Parte l’ondata di indignazione social: “Le devono licenziare”, richiesta choc in diretta a Storie Italiane, ma qualcuno le difende.
Torna il dibattito nell’opinione pubblica rispetto ad alcune vicende che riguardano bambini che hanno a che fare con episodi di violenza ai propri danni, perpetrati da loro maestre. L’ultimo caso denunciato un paio di settimane fa è avvenuto a Monza e adesso si torna a parlare del tema, anche perché se ne occupa la trasmissione ‘Storie Italiane’, che appunto non è nuova nell’affrontare tematiche che toccano la sensibilità degli italiani.
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“Maestre accusate di maltrattamenti: mai più in classe?”, questo il tema intorno al quale ruota buona parte della puntata del primo ottobre del programma condotto da Eleonora Daniele e che va in onda su Raiuno. Il caso di Monza riguarda presunti abusi e maltrattamenti a 17 bambini di età compresa tra i 3 ed i 5 anni. Sotto accusa è finita una maestra di 59 anni. Ovviamente, le indagini sono all’inizio e occorrerà aspettare l’esito dei processi.
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La denuncia di Storie Italiane e la reazione del web: “Licenziare”
Ma alcune immagini, quando si parla di queste vicende, sono talmente plateali e fanno talmente male che è difficile voltarsi dall’altra parte. Per questo, nel corso della puntata di oggi di Storie Italiane sono tante le reazioni indignate che arrivano dal web e che sottolineano come il personale scolastico che compie abusi sui bambini andrebbe licenziato. “Ma come si fa a far reintegrare delle maestre che hanno picchiato dei bambini con tanto di video solo perché i tempi burocratici/processuali sono biblici?”, si chiede Giulia.
L’indignazione monta su Twitter e c’è chi lancia un appello: “Che la legge e lo Stato si preoccupino piuttosto di far avere un lavoro a brave persone, di certo non a queste ‘maestre’ schifose! Licenziatele e basta!”. Ma non sono tutti d’accordo, perché c’è chi sottolinea che andrebbe comunque aspettato il processo, dal momento che ci sono stati casi di maestre accusate ingiustamente e poi assolte. Secondo Lidia, ad esempio, “si fa presto a parlare quando non si conosce il mondo della scuola”.