La crisi dei semiconduttori e il conseguente rallentamento della produzione ha plasmato anche il mercato delle auto. Dall’altra parte però, questa crisi ha consesso al mercato dell’usato di crescere considerevolmente, settore che però aveva sofferto pesantemente la pandemia da Covid-19.
Il 2020 ha rappresentato un anno difficile per tutti i settori, particolarmente però per quello automobilistico. Un anno che ha portato una inflessione fisiologica, a causa delle continue misure di contenimento della pandemia. Il lockdown, in tal senso, ha colpito, sia il settore delle auto usate che quello delle auto nuove. L’Osservatorio di AutoScout24, illustrando i dati, ha affermato che i primi mesi hanno garantito una netta ripresa del settore dell’usato. Solo dal mese di gennaio ad agosto del 2021 sono stati effettuati 2.002.597 passaggi di proprietà.
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L’Osservatorio, spiega che i numeri sono dettati soprattutto dalla carenza di chip. Gli acquirenti, in assenza di auto nuove disponibili ripiegano sull’usato e questo ha portato anche ad un innalzamento dei prezzi. A settembre, spiega AutoScout24, il prezzo medio delle auto usate è salito del 12,6%, un rincaro medio di 2.000 euro. Adesso, la possibile entrata in vigore degli incentivi sull’automobili usate Euro 6 potrebbe portare nuova linfa al settore, contribuendo allo stesso tempo a dare una spinta per lo svecchiamento del parco auto in Italia Bonus che potrebbe contribuire al rinnovo delle auto in Italia, con l’avvento nelle strade italiane di nuove auto meno inquinanti e vecchie.
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Hdmotori.it, afferma che l’età media delle auto è di 11 anni e 10 mesi e il 30,5% di queste rientrano nella categoria Euro 0-1-2-3, in Calabria si arriva al 46,1%, mentre in Sicilia al 44,7%. Nei primi mesi del 2021 ad oggi la Lombardia è quella che ha accolto più passaggi di proprietà (300.836 passaggi); Lazio (206.456); Campania (187.776); Sicilia (176.727); Veneto (151.515). L’ACI afferma che le auto più acquista sono diesel, con il 49,9% dei passaggi di proprietà, in netto vantaggio rispetto al 36,9% dei motori a benzina. Ibride ed elettriche arrivano solo al 2,2%.