Si avvale della facoltà di non rispondere, Mirto Milani, uno dei tre imputati di aver ucciso l’ex vigilessa bresciana Laura Ziliani. Gli investigatori affermano che la donna è stata “drogata e soffocata”.
Accusati di aver provocato la morte dell’ex vigilessa Laura Ziliani sono in carcere le figlie della vittima Paola e Silvia Zani e il fidanzato della sorella maggiore, Mirto Milani, che aveva una relazione nascosta con la più piccola. Ora l’uomo è in isolamento nel carcere di Canton Mombello.. Nella giornata di martedì 28 settembre, i tre imputati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, non rispondendo nemmeno durante il precedente interrogatorio fatto dal gip. La procura di Brescia però non demorde e vuole andare fino in fondo sul caso cercando di interrogare gli imputati nuovamente tra qualche giorno.
Nel processo delle sorelle Zani, la giudice Alessandra Sabbatucci è rimasta ad interrogare le donne per circa quaranta minuti, una ventina invece nel caso di Milani. Nemmeno gli avvocati dei tre accusati non hanno voluto lasciare dichiarazioni, entrando nel carcere a Brescia in macchina, proprio per evitare i cronisti.
La morte dell’ex vigilessa, avvenuta l’8 maggio 2021, si sta arricchendo durante i processi degli ultimi giorni di molti nuovi particolari. Gli esami tossicologici hanno confermato che al momento della morte la vittima fosse sotto l’effetto di bromazepan. Il medico curante della donna però ha testimoniato di non aver mai prescritto questo ansiolitico alla donna, dunque la procura ha il sospetto che le sia stato somministrato di nascosto per stordirla, mentre in seguito sarebbe stata soffocata con un cuscino mentre dormiva.
Milani è stato indiziato perchè avrebbe avuto delle discussioni con la vittima sulla questione di come lui amministrava i propri beni immobili. La madre della donna infatti ha affermato che subito dopo la morte di Laura la famiglia del ragazzo si era già sistemata in casa della Ziliani, nella sua dimora a Temù. I genitori di Milani hanno pulito gli appartamenti, iniziato a gestire i soldi dell’affitto e assunto anche un avvocato per occuparsi delle entrate. Una testimonianza ha affermato che la madre di Milani sia arrivata a intimare un’affittuaria, indietro con i pagamenti, di saldare i suoi debiti, spiegando che era lei da quel momento a gestire le finanze.
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Un altro particolare riguardo l’omicidio di Laura Ziliani è una lettera anonima inviata lo scorso 16 maggio ai vigili della Val Camonica. L’autore ha scritto di aver visto il suo vicino prendere una signora, in seguito riconosciuta proprio come la vittima, priva di sensi sulle spalle dalla sua macchina. Il mittente ha dichiarato di voler rimanere anonimo e di aver ricevuto una tangente per il suo silenzio, non rifiuta però un accordo con le autorità.
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