Va in onda stasera, 29 settembre, su Raiuno Gifted, il dono del talento: Storia vera o finzione? Ecco cosa sapere.
Ci sono pellicole tratte da storie vere che emozionano, ma altrettanto possono fare pellicole che sono ispirate a storie verosimili: Gifted, il dono del talento, il film che manda in onda stasera 29 settembre in prima serata Raiuno, appartiene a questa seconda categoria. Nel film, Chris Evans interpreta lo zio e tutore di Mary, una bambina di sette anni con la testa per i numeri. La vicenda ha commosso tutti, ma è basata appunto su fatti reali, in particolare sulle controversie che riguardano l’affido di bambini.
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Il protagonista del film, infatti, rimane fermo su una decisione che lo trascina in una battaglia per la custodia con sua nonna: che il giovane prodigio della matematica venga cresciuto come un bambino normale e non un genio. Come abbiamo sottolineato, il film non è basato su una storia vera, ma ragazzi come la finta Mary hanno fatto straordinari progressi accademici in giovane età. E anche i loro genitori hanno dovuto trovare il percorso migliore per loro.
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La sceneggiatura di Tom Flynn presenta un enigma genitoriale: se un bambino è eccessivamente abile in qualche area, qual è la cosa migliore da fare? Coltivare quell’abilità in maniera magari eccessiva o farlo crescere come tutti i suoi coetanei, per non farlo sentire diverso da loro? Il personaggio di Evans, Frank, non sta prendendo questa decisione da solo. Sua sorella gli ha affidato suo figlio prima che morisse, e lui è determinato a onorare i suoi desideri tenendo Mary al sicuro dalle pressioni del mondo il più a lungo possibile.
Come abbiamo detto, anche se non si tratta di una storia vera, sono evidenti i riferimenti a una certa quotidianità. La CNN ha recentemente profilato una bambina di 10 anni anglo-nigeriana di nome Esther Okade che sta già ottenendo il massimo dei voti in un’università a distanza e vuole proseguire il suo dottorato di ricerca in matematica finanziaria a partire da 13. La bambina ha affermato che sarebbe stata la sua mamma a frenarla, altrimenti lei avrebbe iniziato quel percorso già a sette anni. Anni fa, era poi emerso il caso di Charlotte Fraser, la quale fece di tutto per far portare avanti un percorso comune a quello di altri bambini alla figlia Karina Oakley, che aveva un QI pari a 160.
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