Nel 2017 la Cia e l’amministrazione statunitense presieduta da Donald Trump valutarono di rapire e uccidere Julian Assange: a rivelarlo è un’inchiesta di Yahoo! News che ha fatto il giro del mondo.
Rapimento e assassinio. È quanto preso in considerazione nel 2017 dalla Cia e dall’amministrazione Trump nei confronti di Julian Assange, il giornalista australiano fondatore di WikiLeaks. Il noto sito nell’ultimo decennio ha rivelato al mondo intero documenti statunitensi classificati relativi a crimini di guerra e a operazioni di hackeraggio e monitoraggio da parte dell’intelligence.
La notizia, subito rilanciata da tutti i media internazionali, è frutto di un’inchiesta di Yahoo! News portata avanti sulla base di decine di testimonianze di ex funzionari americani. Il principale nemico di Assange sarebbe stato l’allora segretario di Stato Usa e direttore dell’intelligence Mike Pompeo, in cerca di vendetta. A causa delle numerose rivelazioni di WikiLeakes, la Cia ha sofferto la più grave perdita di dati della sua storia.
Nel 2017 il giornalista australiano era rifugiato già da 5 anni nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e il timore dell’amministrazione statunitense era che stesse preparando in segreto una fuga in Russia per ottenere l’asilo politico. Come si legge nell’inchiesta, “ai massimi livelli” furono prese in considerazione tutte le opzioni possibili per fermarlo, anche a costo di ucciderlo.
Ti potrebbe interessare anche -> “Trump rischiò la morte per Covid”: un libro svela il retroscena
Le reazioni dopo l’inchiesta di Yahoo! News su Assange e la Cia
Al momento in merito a quanto emerso dall’inchiesta si registra la forte smentita dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha negato a Yahoo! News di aver mai ordinato di prendere in considerazione il rapimento di Julian Assange dall’ambasciata ecuadoregna, come anche il suo assassinio.
“È totalmente falso”, ha sottolineato il tycoon. La Cia ha invece rifiutato di commentare l’inchiesta e l’ex segretario di Stato Mike Pompeo non ha voluto fare alcuna dichiarazione. Assange si trova ormai dal 2019 incarcerato nel Regno Unito presso la Her Majesty Prison Belmarsh, da quando l’Ecuador ha ritirato il suo asilo politico. Ancora si attende la decisione sull’estradizione negli Stati Uniti per spionaggio.
Se estradato, il fondatore di WikiLeaks potrebbe affrontare fino a 18 capi di accusa. Alcuni anni fa aveva dichiarato che se fosse mai finito in un carcere americano sarebbe stato assassinato “nello stile Jack Ruby”, l’uomo che uccise il presunto assassino di J.F. Kennedy mentre veniva trasferito in carcere. Numerosi gli attivisti in tutto il mondo che sperano ancora nell’annullamento di tutte le accuse e nella eventuale conseguente liberazione.