A partire dal prossimo venerdì 1 ottobre, ci sarà un forte aumento delle bollette dell’elettricità del quarto trimestre – da ottobre a dicembre. Ad aumentare sarà l’elettricità con un 29,8% per famiglia, mentre quella del gas del 14,4%. L’annuncio del rincaro delle imposte su gas ed elettricità lo da l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera). Secondo delle ricerche questo aumento porterà ad un rincaro di circa 335 euro in più all’anno tra luce e gas per ogni nucleo familiare italiano.
Nonostante il governo sia intervenuto con lo stanziamento di oltre 3 miliardi di euro il rincaro anche per le famiglia non si è potuto evitare, anche se l’aumento a fronte delle aspettative è stato minore.
Le cause dell’aumento delle bollette
Il problema dell’aumento del prezzo dell’elettricità e del gas non riguarda solamente l’Italia ed è dovuto sia all’aumento dei prezzi delle materie prime. L’aumento è iniziato da agosto 2020, quando il prezzo dell’energia elettrica per gli italiani è passato da 16,08 a 22,89 centesimi di euro per kilowattora. Questo aumento di oltre il 42 per cento è calcolato partendo dal servizio “in maggior tutela”, ovvero il contratto stabilito dall’Arera su gas ed energia elettrica, differente dal mercato libero, dove gli operatori hanno qualche autonomia in più nel fare offerte e nello stabilire prezzi.
A contribuire all’aumento delle materie prime è stato il rallentamento delle attività dovuto al lockdown. Solo in questi mesi le attività produttive stanno ripartendo a fatica, portando la domanda di materie prima ad un rapido aumento, e il conseguente aumento di prezzo. Il maggior importatore in Europa è la Russia, che in questo periodo ha ridotto i flussi nell’UE a vantaggio dei paesi asiatici. Alcuni problemi nei giacimenti del Mare del Nord hanno inoltre reso disponibili meno quantità di gas.
Un ulteriore fattore è il sensibile aumento dei prezzi dei permessi per emettere anidride carbonica, che le aziende si scambiano attraverso l’”Emission trading system europeo”, un sistema che ha l’obiettivo di ridurre la produzione di gas inquinanti. Periodicamente la quantità di permessi viene ridotta, proprio per incentivare il passaggio a produzioni più sostenibili, e di conseguenza il loro prezzo aumenta e le azienda scaricano parte dei costi nella bolletta dei cittadini.
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Nel suo intervento, il ministro della transizione ecologica nel governo Draghi, Roberto Cingolani ha chiarito queste dinamiche in un’intervista, ma non ha ancora spiegato cosa farà il governo a lungo termine per ridurre gli oneri progressivi che andranno a ricadere sulle tasche degli italiani.