La crisi dei semiconduttori, che ha tenuto sulle spine le aziende tech di tutto il mondo, causando non pochi problemi alla produzione, ha avviato un effetto circolare che, molto probabilmente farà saltare il banco delle vendite di questo Natale. Poche scorte e l’ampia domanda potrebbero mettere in crisi il sistema tech e le catene di distribuzione.
Chip limitati, trasporto limitato e plastica in diminuzione hanno afflitto le aziende tech, dalle più grandi a quelle meno conosciute: l’esempio più immediato rimane quello di Sony che ha subito grandi rallentamenti nella produzione e nella distribuzione della Playstation 5. Per oltrepassare questo limite la scelta più naturale è per molti consumatori acquistare sul web ma, facendo un piccolo giro anche sugli e-commerce più conosciuti, prodotti più ricercati presentano lunghi tempi di spedizione e prezzi non sempre convenienti.
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La crisi dei semiconduttori ha colpito anche il settore automobilistico, dove la produzione ha dovuto fare i conti, come per il settore tech, con la mancanza delle componenti essenziali. Da non tralasciare poi il fattore porti. La pandemia, sotto questo punto di vista, ha contribuito a rallentare non solo la produzione ma anche la distribuzione – molti porti hanno subito blocchi importanti e duraturi, soprattutto quelli cinesi. Molti container sono rimasti sospesi in attesa di essere spediti e questo ha creato lunghe code, limitando di fatto il flusso dell’import e dell’export, non limitatamente ad un solo Paese ma a livello globale.
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Molto probabilmente, a risentirne, non sarà solo il Natale, ma anche il Black Friday, in programma venerdì 26 novembre e persino il periodo pasquale, solitamente vetrina di offerte soprattutto nel mondo della tecnologia. A contribuire la creazione di questo ciclo, sono state anche le cattive condizioni climatiche. Il Texas è uno degli esempi più calzanti in questo senso: la crisi dovuta alla tempesta di neve ha causato gravi ritardi nella produzione di materie che nella produzione e nella distribuzione sono fondamentali, come il polipropilene e il polietilene la (da questo punto di vista la necessità di ridurre le emissioni spinge ormai a trovare valide alternative, ancora inusuali). L’attuale situazione sembra suggerire una pianificazione anticipata e un po’ di furbizia nell’afferrare l’attimo perfetto per acquistare.