È morto a 88 anni Nino Vaccarella, detto Ninni, uno dei migliori pilota siciliano, vincitore di tre edizioni della Targa Florio.
Vaccarella appartiene a quella piccola percentuale fortunata di piloti della sua generazione sopravvissuta a 19 anni di gare, in cui dopo ogni curva, si poteva andare incontro alla morte. Vaccarella però ha avuto una gloriosa e intensa carriera, che viene però stroncata oggi, 24 settembre 2021, all’età di 88 anni. Il “preside volante”, come era chiamato, si è spento all’ospedale civico di Palermo dove era ricoverato.
Nato a Palermo il 4 marzo 1933, e tra i migliori piloti di vetture sport a livello internazionale. La passione di Ninni inizia quando giovanissimo, da ragazzo infatti assiste ad alcune edizioni del mitico Giro Automobilistico di Sicilia. I suoi studi li termina con una laurea in Giurisprudenza nel 1956, dopodiché inizia a insegnare nella scuola di famiglia, l’Istituto Oriani prima di diventarne il preside, da qui il soprannome di “Preside Volante“. Oltre alla targa Florio ha partecipato alla 1000 km del Nurburgring, alla 12 ore di Sebring, alla 24 Ore di Le Mans ed alla 1000 Km di Monza.
Vaccarella aveva cominciato la sua carriera di pilota negli anni Cinquanta, passando prima dalle gare in salita e poi appassionandosi alle corse in circuito. La sua prima vittoria importante arriva con la Ferrari alla 1000 km del Nurburgring, proprio nell’anno in cui la scuderia di Maranello conquista il titolo mondiale.
La carriera di Ninni Vaccarella
“Ninni” per gli amici ha fatto sognare gli appassionati di motori almeno per due decenni. Il fondatore delloa storica casa automobilistica, Enzo Ferrari, affermò che il pilota portava nelle sue gare il volto della Sicilia. Ha ricordato vaccarella come una persona modesta, che non si è lasciato trasportare dalla fama, ma usando il suo talento nel tempo libero, dopo aver terminato di insegnare alla scuola Oriani.
Nel fine settimana Vaccarella infatti partiva con una piccola valigia e il casco bianco, e tornava portando qualche trofeo. Per tutta la sua carriera da pilota non ha mai voluto essere ingaggiato a tempo pieno a una casa automobilistica. Il pilota infatti preferiva le prestazioni occasionali, proprio perché ha fatto della corsa una passione.
Il suo nome era sinonimo di velocità, legato ai marchi della Maserati, della Ferrari, dell’Alfa Romeo. Negli anni Settanta però un grave incidente colpì la sua famiglia: il figlio Giovanni, durante una ricognizione del circuito, ebbe un grave incidente che lo costrinse sulla sedia a rotelle.
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Il ricordo dei colleghi
A ricordare l’asso del volante siciliano, volto del Cavallino Rampante c’è il suo storio amico ed ex presidente della scuderia di Maranello Luca Montezemolo, il quale lo ricorda come l’ambasciatore della Sicilia nel mondo e un tifoso e amico che gli è sempre stato vicino. Poi continua con il cordoglio riferito alla famiglia, composta dalla moglie Margherita e il figlio Giovanni.