Come riporta l’Ansa, uno dei fondatori dei talebani ha fatto sapere che in Afghanistan il nuovo governo è pronto a condannare nuovamente gli imputati elle esecuzioni e alle amputazioni delle mani. A spiegarlo è stato Nooruddin Turabi all’Associated Press- lo stesso, nel corso dell’intervista ha ridimensionato la brutalità delle condanne emesse in passato.
“Nessuno ci dirà come debbano essere le nostre leggi. Seguiremo l’islam e faremo le nostre leggi sulla base del Corano” ha dichiarato durante l’intervista all’Associated Press Nooruddin Turabi, uno dei fondatori dei talebani. Le sue dichiarazioni stanno facendo il giro del mondo, anche per la cruda brutalità delle parole emerse durante le sue dichiarazioni. Turabi ha affermato che “Il taglio delle mani è molto necessario per la sicurezza” che, incaricato della gestione del sistema penitenziario, ha fatto fin da subito capire che i talebani non faranno sconti. Inoltre, lo stesso, ha spiegato che al momento si sta vagliando se o meno eseguire le pene in pubblico.
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Progressivamente, il comportamento dei talebani sta ritornando ad assumere le sembianze del loro dominio negli anni ’90. Le promesse sono state spazzate in poco tempo e la dimostrazione è stata tangibile nelle scorse settimane, quando, ad essere colpite da alcune esclusioni sono state le donne.
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Turabi non è nuovo a questi tipi di affermazioni, confermate dalle gestione disumana della cosiddetta polizia religiosa. Spari alla testa davanti ai familiari delle vittime, così come le amputazioni delle mani per determinati reati, sotto l’amministrazione di Nooruddin Turabi al ministero della Diffusione delle virtù e prevenzione del vizio, organo strutturato dai talebani negli anni ’90. Già in queste settimane, il ritorno alle vecchie abitudini sembra una costante in continua crescita. Alcune testimonianze, come riportato da Rai News, hanno affermato che nel Paese sono ricominciate le esposizioni pubbliche, con annessa umiliazione per gli uomini accusati di piccoli furti – uomini legati e portati in strada come trofei. Nel frattempo i talebani attendono la risposta dell’ONU per quanto riguarda l’eventuale o meno l’approvazione della nomina di Suhail Shaheen come portavoce dei talebani in Qatar.
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