Il 24 settembre 1991, trenta anni oggi, escono due dischi che hanno segnato la storia del rock: Nevermind dei Nirvana e BloodSugarSexMagik dei Red Hot Chili Peppers
Il 24 settembre del 1991, trenta anni oggi, è uno di quei giorni che cambia il corso della storia. Nello specifico il corso della storia della musica rock mondiale. Per una singolare coincidenza, quel martedì di trenta anni fa, a 1.135 miglia di distanza, circa 1826 km, uscivano, uno a Seattle e l’altro a Los Angeles, due dischi decisivi per la musica del tempo. Parliamo di Nevermind dei Nirvana e di BloodSugarSexMagik dei Red Hot Chili Peppers.
Nevermind, il disco dei ragazzi di Aberdeen (Washington) ma cresciuti a Seattle, era il secondo lavoro, dopo Bleach, della band composta da Kurt Cobain, Krist Novoselic e Dave Grohl. E’ il disco che li fa conoscere a livello planetario e che consacra la band come la punta massima del grunge, l’ultimo filone conosciuto del rock.
L’album contiene vere e proprie pietre miliari del rock come Smells Like Teen Spirit, Come as You Are, Lithium e la mitica traccia fantasma Endless, Nameless. Le vendite sono tuttora incalcolabili, ma siamo ben oltre i 24 milioni di copie. Solo in Italia ha conquistato tre dischi di platino.
L’obiettivo inziale della DGC Records erano 250.000. A Natale 1991 i Nirvana vendevano 400.000 al giorno e quando a gennaio 1992 superano Dangerous di Michael Jackson al primo posto della classifica di Billboards diventa palese che si è di fronte a qualcosa di clamoroso.
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Il secondo lavoro nato il 24 settembre 1991 è BloodSugarSexMagik dei Red Hot Chili Peppers, la band composta da Anthony Kiedis, Flea, John Frusciante e Chad Smith. Una band nata e morta una decina di volte ma che, ancora oggi, calca con dignità la scena.
Al loro attivo undici album di cui l’ultimo, The Getaway, del 2016 gli ha permesso di superare gli U2 nel numero di singoli arrivati al primo posto in classifica.
BloodSugarSexMagik è il quinto lavoro della band e ne è di fatto lo zenit grazie a capolavori come Give It Away e Under the Bridge. Un disco che recuperò i RHCP dall’oblio in cui erano caduti con Mother’s Milk e che li lancia in maniera definitiva sulla scena mondiale.
La domanda che si fanno in molti è da dove arrivi la strana coincidenza di due capolavori usciti lo stesso giorno. La risposta, banale, è tutta commerciale.
Il 24 settembre 1991, essendo un martedì, era il primo giorno di apertura dei Mall negli Usa dopo il weekend di fine estate. Venerdì 20, sabato 21 e domenica 22 si chiudeva la stagione e dal martedì, il lunedì i negozi erano chiusi, si metteva in commercio il nuovo catalogo. Nessuno, piazzando i due lavori negli scaffali, sapeva che stava scrivendo la storia del rock.
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