Lo scrittore israeliano Eshkol Nevo è l’autore del libro portato al Festival di Venezia dal regista trentino
Dagli Stati Uniti a Israele, nazione natia, dal lavoro da pubblicitario a scrittore. Un percorso quello di Eshkol Nevo che gli ha dato modo di incontrare tantissime persone, ascoltare molte storie così da poterne creare di nuove.
Dopo gli States si è trasferito di nuovo in Israele, a Tel Aviv, dove ha concluso gli studi di Psicologia. Classe 1971, nipote di Levi Eshkol (il terzo capo del governo nella storia di Israele), Nevo ha esordito in libreria nel 2001 con la raccolta Zimmer Be-Givatayim (Bed & Breakfast).
Con uno degli ultimi lavori, Tre piani, ha ispirato il film di Nanni Moratti in concorso a Venezia. L’autore l’ha ovviamente visto e ha dichiarato di essersi commosso, con tanto di complimenti al regista italiano.
Il primo successo l’ha assaporato nel 2004 con Nostalgia. È ambientato in Israele nella metà degli anni Novanta dopo l’assassinio dell’ex primo ministro israeliano Rabin (l’uomo che firmò gli accordi con i palestinesi a Camp David) per mano di un colono ebreo estremista. Il libro vinse l’anno dopo il Book Publisher’s Association’s Golden Book Prize e nel 2008 il premio francese Raymond Valier.
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Eshkol Nevo, la trama di Tre piani
Il film l’ha visto due volte e a l’Espresso ha detto di non essere riuscito a trattenere le lacrime. Pur conoscendo ovviamente la storia, “ero privo di difese psicologiche” e proprio di psicologia parla il libro.
Nel film c’è anche Riccardo Scamarcio nel ruolo di Arnon. È uno dei protagonisti dei tre piani di condominio dove si narra la storia, ognuno per tre diversi strati della psiche come Freud ha insegnato: l’Es, l’Io e il Super-Io.
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Nel 2020 ha pubblicato L’ultima intervista, un libro dove l’autore si è messo a nudo rispondendo alle domande in un intervistatore anonimo via web, togliendo così la maschera che ogni intervisto ha sempre quando gli vengono poste delle domande.