Prato. In questi giorni è stato messo ai domiciliari don Francesco Spagnesi, soprannominato ormai il prete-pusher. Accusato di aver sottratto enormi somme di denaro alla chiesa di Castellina per comprare droga, il don ha confessato la sua dipendenza che lo portava ad avere un bisogno continuo di denaro.
Il parroco don Francesco Spagnesi, 40 anni, è stato arrestato dalla Squadra mobile e messo ai domiciliari. Il parroco è accusato di spaccio internazionale di stupefacenti e di appropriazione indebita del denaro della chiesa dell’Annunciazione alla Castellina, a Prato. Don Spagnesi, con tale denaro, acquistava Gbl, ovvero la cosiddetta “droga dello stupro”, e cocaina insieme al suo partner Alessio Regina.
Prete-pusher: dipendenza dalla droga e dal compagno
Le indagini si stanno concentrando sugli episodi di spaccio di sostanze stupefacenti durante dei festini a base di droga e sesso che venivano organizzati dal prete e dal suo partner, Alessio Regina – anch’egli ai domiciliari – e sugli ammanchi di grandi somme di denaro prelevate dal conto della chiesa di Castellina.
Sono stati sottratti migliaia di euro dal conto corrente della chiesa: questo denaro proveniva anche dalle donazioni e dai lasciti testamentari dei fedeli, tra cui 230mila euro che sono stati usati nel giro di pochi mesi.
Il membro del Consiglio “affari economici” della parrocchia della chiesa aveva riferito più volte di aver notato “ingenti ammanchi dal conto corrente” e “spese non giustificate”. Ad aprile il vescovo di Prato Giovanni Nerbini era intervenuto revocando a don Spagnesi la possibilità di firmare per l’operatività bancaria. Il prete, così, aveva cominciato a contattare i parrocchiani con messaggi personali in cui chiedeva i soldi.
Spagnesi e Regina compravano in Olanda la “droga dello stupro” e la facevano arrivare con una spedizione via corriere. L’inchiesta ha avuto inizio a partire dall’arresto di Regina, 39 anni, perito tessile disoccupato. Regina era stato fermato lo scorso 27 agosto proprio mentre stava ritirando un litro di Gbl acquistato online. L’uomo si era recato a ritirare il pacco insieme a don Spagnesi, con l’auto di quest’ultimo.
È stato coinvolto nell’inchiesta anche il vescovo di Prato, per via di alcune intercettazioni delle sue conversazione con don Spagnesi. Il vescovo era stato informato della situazione e aveva suggerito al don di prendersi un anno sabbatico per motivi di salute, con l’intento di non “mettere in piazza tutto”.
Durante l’interrogatorio di garanzia, don Spagnesi – agli arresti domiciliari da martedì mattina – ha confessato di essere dipendente dalla droga e dal suo compagno Regina, con cui ha una relazione da anni. Il prete ha anche confermato le sottrazioni di denaro ed ha fatto i nomi delle persone alle quali ha chiesto soldi personalmente.
L’avvocata del don, Costanza Malerba, ha spiegato che la dipendenza dalle droghe “era così forte che lui agiva di conseguenza”, perciò aveva un continuo bisogno di denaro. Don Spagnesi ha dichiarato il suo pentimento ed ha riconosciuto la presenza di una “forza interiore” alla quale non riusciva a resistere: la dipendenza lo ha “sommerso”.