I gravi incendi boschivi hanno provocato l’emissione record di carbonio nell’emisfero settentrionale. Incendi che hanno devastato intere regioni e che hanno distrutto gli ecosistemi di vasti territori. Basti pensare che quest’anno, in Europa, è stata registrata l’estate più calda della storia, significativo il record di 48,8 gradi a Siracusa, in Sicilia. In tal modo il cambiamento climatico è un peso che il nostro pianeta si porta dietro come un fardello e, mentre il tempo stringe, il circolo vizioso dei cambiamenti rappresenta il primo nemico.
I dati del monitoraggio Copernicus Atmosphere Monitoring Service dell’Unione europea e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) pubblicati in queste ore, ricostruiscono il triste scenario degli incendi che hanno devastato vaste zone dell’emisfero settentrionale e le conseguenze climatiche dovute ad una emissione record di CO2. Gli incendi in Europa, soprattutto nel Mediterraneo, quelli nel Nord America e in Siberia, hanno investito e devastato interi ecosistemi e, la quantità di carbonio emessa ha raggiunto gli oltre oltre 2,7 miliardi di tonnellate – un record raggiunto soprattutto tra luglio e agosto.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> L’incendio in Siberia potrebbe diventare il più esteso al mondo
Gli incendi non sono altro che il frutto dei cambiamenti climatici, ma anche il risultato dell’aggressività dell’uomo nei confronti dell’ambiente, attraverso l’appiccamento dei roghi in ogni parte del mondo. La CNN spiega che solo nell’Artico (una delle regioni che ha maggiormente subito il cambiamento climatico in questi due decenni), gli incendi hanno rilasciato ben 66 milioni di tonnellate di CO2. Anche in Siberia gli incendi sono stati straordinariamente tragici, iniziati a giugno hanno iniziato a cedere solo alla fine di agosto – con eventi che però hanno caratterizzato anche il mese di settembre.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> L’Europa brucia, Spagna e Sardegna devastate dagli incendi
Il Canada è una delle Nazioni più colpite dagli incendi boschivi che hanno raggiunto il picco tra giugno e luglio, là dove le temperature avevano raggiunto i 50 gradi, uccidendo anche diverse persone. Una tragedia che rappresenta la punta dell’iceberg – come testimonia la California, ancora alle prese con alcuni incendi, dopo i roghi che hanno distrutto intere cittadine e che hanno costretto migliaia di residenti a evacuare dalle proprie abitazioni.