In Italia è nato l’Osservatorio Media Digitali contro fake news e disinformazione. L’Osservatorio italiano fa parte di un network di hub nazionali presenti in otto diversi paesi dell’Unione Europea che si basano sull’analisi dei social media con l’obiettivo di combattere la disinformazione.
L’Osservatorio Media Digitali è nato in seguito ad un’unione guidata dall’Università Luiss (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli) con la partecipazione di Rai, Tim, gruppo Gedi (editore de La Repubblica), Università di Tor Vergata, T6 Ecosystems, Newsguard e Pagella Politica. Inoltre vi è la collaborazione di Alliance of Democracies Foundation, Corriere della Sera, Fondazione Enel, Reporters Sans Frontie’res, The European House Ambrosetti.
Il consorzio è nato per realizzare un progetto che si fa sempre più necessario: combattere la disinformazione e le fake news, le quali si stanno diffondendo maggiormente negli ultimi anni, influenzando la percezione della realtà della popolazione.
Insieme, queste diverse realtà sono riuscite ad aggiudicarsi il bando per l’IDMO – Italian Digital Media Observatory (Osservatorio Italiano dei Media Digitali).
Osservatorio Media Digitali: UE contro alla disinformazione
l’Italian Digital Media Observatory prende vita!
Grazie al #TG1 per questo servizio.
Non vediamo l’ora di iniziare questa avventura.#IDMO @TIMnewsroom @Raiofficialnews @T6Ecosystems @unitorvergata @PagellaPolitica @NewsGuardRating @GEDIspa @UniLUISS @EDMO_EUI pic.twitter.com/Wx287NCbf5— IDMO – Italian Digital Media Observatory (@IDMO_it) September 20, 2021
L’Osservatorio italiano andrà ad aiutare e sostenere le attività che vengono promosse dall’Osservatorio Europeo dei Media Digitali (EDMO) nella battaglia alle fake news, monitorando il flusso d’informazioni, con l’utilizzo di strumenti basati su un’intelligenza artificiale.
La creazione del network di hub nazionali in otto paesi dell’Unione Europea deriva dalla volontà della Commissione Europea di andare contro alla disinformazione: sono stati stanziati 1,4 milioni di euro per l’Italia e 11 milioni in totale.
Gli hub verranno usati per analizzare i social media e il loro impatto sulla società e per sensibilizzare riguardo le pratiche adottabili quando si usano i media, tramite l’e-literacy e il fact-checking.
Con e-literacy – cioè l’alfabetizzazione al digitale – s’intende il livello di competenza e comprensione che un individuo può avere in relazione all’utilizzo dei social media, ovvero le skills necessarie per saper navigare online.
Il fact-checking è, invece, la verifica dei dati: l’accertamento della realtà di fatti ed informazioni che vengono condivisi nei testi online.