Pietro Ioia, dopo il carcere è diventato il Garante dei detenuti di Napoli, la sua storia di riscatto dura da 20 anni.
Il sindaco Luigi de Magistris lo ha nominato garante cittadino per i diritti delle persone private della libertà personale, la decisione ha suscitato diverse polemiche.
Il garante ha 62 anni, nei lontani anni ’80 è stato un noto narcotrafficante internazionale, per poi essere arrestato e tenuto in carcere per 22 anni. Nel 2002 riesce ad uscire di prigione per poi cambiare totalmente vita, da circa 15 anni sta lottando per i diritti dei detenuti.
Una volta terminata la sua prigionia, ha fondato l’Associazione Ex Detenuti Organizzati Napoletani, lui ne è il presidente, da qui ha cominciato la sua battaglia denunciando le condizioni assurde delle carceri italiane.
Questi luoghi vengono definiti dal Garante come dei luoghi criminogeni, i quali addestrano ancora più all’illegalità, ha denunciato anche le violenze sui detenuti nella “cella zero” di Poggioreale.
La cella è diventato un libro e uno spettacolo teatrale dopo le denunce del garante, il quale è impegnato nel reinserimento sociale e lavorativo degli ex galeotti che escono dal carcere.
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Pietro Ioia, la sua battaglia contro i pregiudizi e gli sforzi per evitare che i giovani tornino a delinquere
Tramite la sua associazione il garante è diventato un punto di riferimento per i detenuti e le famiglie, adesso grazie alla nomina di Garante conferita dal sindaco di Napoli, è diventato a tutti gli effetti un punto di riferimento riconosciuto.
La sua nomina è stata criticata dai rappresentanti della Polizia Penitenziaria e dai rappresentati della Lega, i quali cercano di farlo ritirare dalla carica, proprio perché la scelta è stata definita “indecente” per via del fatto che un pregiudicato con diversi anni passati in prigione per reati molto gravi non può esser nominato Garante degli stessi prigionieri.
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I radicali sono invece soddisfatti della nomina a Garante, proprio perché la ritengono la miglior scelta possibile, in questo modo si può avere la visione completa della situazione, proprio perché lui più di tutti ha vissuto sulla sua pelle le difficoltà, gli abusi e le situazioni indecenti nella prigione infernale di Poggioreale.