Secondo quanto si legge in una lettera anonima indirizzata a Il Resto del Carlino, il corpo di Saman Abbas sarebbe stato fatto a pezzi e gettato in acqua tra Novellara e Guastalla: ancora da dimostrare l’attendibilità del messaggio.
Una clamorosa lettera anonima arrivata alla redazione del quotidiano Il Resto del Carlino la mattina di venerdì 17 settembre ha riacceso l’attenzione sul caso di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa dal Reggiano lo scorso 30 aprile dopo aver rifiutato il matrimonio combinato dalla sua famiglia.
Il messaggio è di poche righe: “Se volete trovare Saman Abbas la dovete cercare nella zona chiamata Bagna nelle valli tra Novellara e Guastalla. È stata buttata in acqua e tagliata a pezzi per farla mangiare da pesci e animali”.
La missiva, che non è firmata, è stata immediatamente consegnata agli inquirenti, i quali si sono messi subito al lavoro per verificarne l’attendibilità. La speranza, dopo numerose segnalazioni e testimonianze dalla dubbia credibilità pervenute alle forze dell’ordine negli ultimi mesi, è che il messaggio anonimo possa aprire un nuovo fronte di ricerca.
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Lettera anonima su Saman Abbas: proseguono le indagini
Nel corso dell’incidente probatorio il fratello minorenne di Saman Abbas aveva raccontato che durante una riunione familiare si era parlato delle modalità con cui uccidere e far sparire il corpo. Più volte gli investigatori hanno confermato che ci sono tutti gli elementi per ritenere che la giovane sia stata uccisa.
Il luogo in cui sarebbe stato occultato il cadavere dell’adolescente tuttavia è stato cercato a lungo senza alcun esito, nonostante l’ampio dispiegamento di forze tra carabinieri, unità cinofile, forestali, vigili del fuoco e volontari. Lo scorso 13 luglio le ricerche nella campagna dell’azienda agricola di Novellara di proprietà della famiglia di Saman Abbas erano poi state sospese. Dei resti della 18enne pakistana, mai nessuna traccia.
Il caso nell’ultimo periodo è rimasto lontano dalle luci dei riflettori, ma le indagini non si sono mai fermate. I principali indiziati del delitto restano i familiari della giovane. Come dichiarato dal comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, Cristiano Desideri, ci sono precisi indicatori che fanno pensare alla fuga all’estero dei vari colpevoli.
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Il principale ricercato continua a restare lo zio Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del delitto. Nel registro degli indagati, oltre ad alcuni cugini, ci sono anche i genitori della 18enne, tornati in Pakistan all’inizio di maggio. L’Italia nei loro confronti ha inoltrato la richiesta di rogatoria.