1.500 delfini sono stati uccisi alle Isole Fær Øe nel giro di un giorno. Una mattanza che ha indignato anche molti abitanti dell’arcipelago, non nuovo a questo tipo di caccia, per via di una tradizione locale molto forte che perdura nel tempo. Molto probabilmente si tratta della mattanza più violenta e grande della storia.
La caccia di cetacei, inclusi i delfini, è una tradizione che stenta ad abbandonare i pescatori di alcune parti del mondo. La mattanza – che ha avuto luogo nell’arcipelago delle Isole Fær Øer, ha dimostrato come, anche i meno sensibili al tema, questa volta abbiano espresso la propria disapprovazione nel vedere sotto i propri occhi la costa tingersi di rosso e 1.500 delfini riversati senza vita sulla baia. Il The Guardian ha raccontato che molti cittadini hanno espresso rammarico, condannando l’uccisione dei delfini come un’azione “crudele e inutile”.
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La Sea Shepherd, organizzazione che si batte per la conservazione delle specie, ha testimoniato la mattanza. Affermando che questo caso rappresenta “la più grande uccisione singola di delfini”. Molti faroesi hanno espresso il proprio disgusto sui canali social – anche chi ha visto per anni la caccia dei cetacei come una parte importante della tradizione locale delle Isole. Il Grindadráp, la caccia ai cetacei, molto popolare e accettata anche dalle autorità, è da sempre una spina nel fianco per quanto riguarda la conservazione e la tutela di queste specie. Anche se, per diversi faroesi, la mattanza è una pratica condivisa e non stigmatizzata.
On Sunday night a super-pod of 1428 Atlantic White-Sided Dolphins was driven for many hours and for around 45 km by speed boats and jet-skis into the shallow water at Skálabotnur beach in the Danish Faroe Islands, where every single one of them was killed. https://t.co/uo2fAPhCDq
— Sea Shepherd (@seashepherd) September 14, 2021
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I delfini pilota uccisi, spiega il The Guardian, sono stati indotti nella trappola delle acque poco profonde nei pressi della spiaggia di Skálabotnur sull’isola di Eysturoy. Lasciati in preda alla sofferenza, sono poi stati uccisi dai cacciatori che hanno dato vita al sanguinoso e triste spettacolo. La Sea Shepherd, nel raccontare la battuta di caccia, ha anche spiegato che l’evento si è consumato senza alcuna autorizzazione o licenza.