Strage del Bataclan del novembre 2015, si apre il processo. La madre della vittima: “Fu attacco al modo di vivere occidentale”
Una giovane ricercatrice in Demografia alla Sorbona di Parigi, un venerdì sera in compagnia del fidanzato e degli amici ad ascoltare musica dal vivo. Un momento di spensieratezza che si è trasformato in una delle più grandi tragedie europee degli ultimi anni. La veneziana Valeria Solesin era al Bataclan la sera del 13 novembre 2015 quando i terroristi attaccarono la storica struttura per spettacoli e musica.
Proprio nella sala concerti, dove si trovava la giovane veneta, ci fu il numero più alto di vittime: in totale, nei diversi luoghi degli attentati a Parigi, persero la vita 130 persone e i feriti furono oltre 400.
Oggi si apre il processo per la strage in Francia e per l’occasione la mamma di Valeria, Luciana Milani, l Gazzettino ha rilasciato un’intervista. La donna ha dichiarato di avere disprezzo e indifferenza per gli autori del vile atto e ha definito quegli attentati “un attacco al modo di vivere occidentale. È stato un attacco all’essere cittadini, alla polis, alla comunità”.
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Strage Bataclan, la mamma di Valeria: “Le istituzioni ci sono state vicine”
Un dolore incolmabile per tutta la famiglia, la signora Milani, il marito e il fratello di Valeria. Hanno provato ad essere quelli di prima, ha raccontato, com’erano fino al tragico giorno, e anche se non sono stati abbandonati, dalle istituzioni e dalla città, ci sono comunque i momenti che si resta soli.
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Cosa successe quella sera
Al Bataclan era in corso un concerto della band Eagles of Death Metal alla presenza di circa 1500 persone quando dei terroristi entrarono e cominciarono a sparare all’impazzata. Simultaneamente scoppiarono anche bombe in diversi luoghi di Parigi, anche fuori allo stadio dov’era in corso la gara tra le nazionali di calcio Francia-Germania, alla presenza del presidente della Repubblica Hollande che nella notte dichiarò lo stato di emergenza.