Volley, Italia-Serbia, la cronaca
Volley, Italia-Serbia, la cronaca- Alla Stark Arena di Belgrado va in scena la finale degli Europei di volley tra l’Italia di Davide Mazzanti e le padrone di casa della Serbia allenate da Zoran Terzic. Una sega senza fine tra l’Italia e la sua bestia nera. Finale mondiale, semifinale agli ultimi campionati continentali, quarto di finale alle ultime Olimpiadi di Tokyo. La Nazionale italiana ha sempre perso contro una generazione d’oro del volley femminile. Si ripete la sfida tra Paola Egonu e Tijana Boskovic stella mancina tra le serbe, che ha sempre vinto gli scontri diretti in nazionale con la sua rivale, ma ha sempre perso nelle sfide con la propria squadra di club contro l’invincibile Conegliano. Per le Azzurre si ripete l’occasione importantissima di portare a casa un titolo, ma dovranno ancora una volta provare a farlo contro uno dei sestetti più forti al mondo, che domina il panorama continentale da diversi anni. Sarà importante non solo limitare gli errori, ma seguire la scia di un approccio positivo alla partita, propositivo e non emotivo, forse lo spettro psicologico più pericoloso per le giocatrici di Mazzanti.
Di fronte ai quasi 20mila spettatori di Belgrado Sylla e compagne sono chiamate a offrire una prestazione che rasenti la perfezione contro una squadra che non concederà nulla, in nessun momento della partita. Nei primi punti giocati le Azzurre sono attente, anche se la difesa serba tiene bene e costringe una giocatrice come Egonu a ricorrere sempre a una schiacciata in più. Le giocatrici di Terzic riescono a raccogliere invece diversi punti con il fendente mancino di Boskovic, che si riconferma l’avversaria più temibile. Sul 10-10 sono però le pallavoliste italiane ad accelerare, sfruttando un paio di attacchi vincenti, grazie anche a un ottimo inizio di Sylla, che si presenta ancora una volta come la giocatrice più in forma di Mazzanti. Bastano però due sviste difensive e la Serbia recupera il minibreak di svantaggio e quindi il cambio-palla. Molto brava Milenkovic a muro e in schiacciata in questa coppia di punti. Il nervo scoperto della squadra italiana riguarda principalmente quel poco che le Azzurre concedono, delle piccole imprecisioni che le avversarie riescono a sfruttare benissimo, rimontando e portandosi in vantaggio di tre lunghezze. Il tifo di casa incoraggia le sue beniamine, caricandole in ogni punto, mentre Terzic preferisce richiamare le sue ragazze per un time out nel quale si mostra molto duro, più di quanto l’attuale prestazione della squadra non richieda. Se la prende molto con Lazovic, che in un paio di occasioni si è fatta sorprendere alla ricezione dal servizio di Sylla. Boskovic commette due errori non forzati e l’Italia torna in vantaggio, ma con un pallonetto molto ben calibrato riesce a pescare Chirichella in seconda linea in netto ritardo nella ricezione. Mazzanti decide allora di correre ai ripari sul 20-22 con un time out tecnico, dopo due errori di Egonu al pallonetto, contrato molto bene dalle avversarie. Al contrario con il tocco morbido sono le serbe a costruire molti punti, con la seconda linea azzurra troppo distratta in queste circostanze. La Serbia ha il primo set ball, ma è Sylla ad annullarlo con un mani-fuori molto prezioso. Poco dopo bissa con una pipe fondamentale per allungare il parziale ai vantaggi. Grazie a Rasic le giocatrici di Terzic hanno però un altro set ball. Ci pensa Boskovic, che chiude sul 26-24. L’Italia cede il primo parziale, ma la partita è viva. Le Azzurre devono provare a concedere meno e a sfruttare maggiormente i momenti di stanca delle iridate avversarie, per quanto pochi possano essere. Molto intelligente la regista Ognjenovic, che ha saputo cambiare il gioco per le sue compagne proprio nel momento nel quale Boskovic stava faticando contro il muro italiano.
Inizia il secondo parziale e Sylla riconferma il suo stato di grazia, trascinando le compagne fino al 3-0. Boskovic accorcia però le distanze. Le squadre si portano sul 7-7, con Popovic che è molto brava a murare per le serbe (quattro punti con questo fondamentale), condizionando negativamente gli assalti azzurri. La squadra di Mazzanti conserva però un minimo vantaggio nel punteggio grazie alle schiacciate determinanti di Egonu e Pietrini, che riescono a mettere in difficoltà perfino la ricezione delle campionesse serbe. Male però le Azzurre al servizio, dove perdono diversi punti evitabili, a causa della scarsa precisione. Nonostante tutto, Terzic richiama le sue ragazze al time out per qualche rimprovero sugli errori al servizio. In questa fase c’è equilibrio tra le due squadre, anche nel punteggio, ma le due squadre stanno condividendo un numero di errori molto simile. Tuttavia le Azzurre non riescono a sfruttare qualche spazio ora concesso dalle serbe. Gli sbaglia sono soprattutto responsabilità di Alessia Orro, che come alzatrice non sta leggendo il gioco nel giusto modo. Imprecisioni da una parte e dall’altra, ma il punteggio rimane in equilibrio fino al 23-22 per le Azzurre. Gli errori si alternano alle grandi giocate delle pallavoliste più rappresentative delle due squadre. Con il piccolo vantaggio e un tocco a muro che non c’è, come provato dalla moviola in campo, l’Italia conquista due set ball, dei quali ne basta uno. Anna Danesi chiude molto bene a muro su Boskovic e la squadra di Mazzanti strappa il secondo set 25-22. Match in parità e tutto da rifare. Non è facile capire che piega prenderà una partita finora aperta a qualsiasi pronostico. A differenza degli ultimi confronti diretti, l’Italia non gioca a strappi, ma ha un rendimento costante. Le serbe giocano bene, ma nel secondo parziale hanno concesso qualcosa in più. In questa fase delicata della gara le Azzurre non devono perdersi, soprattutto dal punto di vista psicologico. Il miglioramento del rendimento alla battuta potrebbe essere determinante per spostare l’ago della bilancia di questa finale.
Le Azzurre partono male e vanno subito in svantaggio, fino al passivo di 3-8. A ogni modo si riprendono, anche se solo parzialmente, accorciando fino al 12-11 per le serbe. Dopo un inizio contratto la squadra di Mazzanti sembra aver reagito. Le ragazze di Terzic fanno giocare sempre un attacco in più all’Italia, ma ancora una volta è Sylla a tirare fuori le compagne dai guai con un muro preziosissimo che riporta le squadre in parità. La capitana azzurra devastante tanto in schiacciata quanto in difesa questa sera. Pietrini al servizio porta in vantaggio il sestetto, complice ancora uno svarione difensivo di Lazovic in zona 6, sempre in difficoltà questa sera in ricezione. Ora l’Italia si carica, perché ha modo di allungare fino al 18-14, grazie a un ottimo momento in attacco di Egonu. Il vantaggio si conserva anche nei punti successivi grazie al contributo di Chirichella, che riesce a far sentire alle avversarie anche la presenza delle centrali, fino a questo momento non al livello di Sylla ed Egonu. Ci si mette anche una svista difensiva serba, che permette alle Azzurre di salire sul 23-17. Ottimo momento per il sestetto di Mazzanti, che va sfruttato fino alla fine del parziale. Sul turno al servizio di Boskovic è però Sylla a distinguersi alla schiacciata sorprendendo ancora una volta le avversarie. Il secondo set ball va a segno e le Azzurre sono ora avanti anche nel conto dei set e a casa delle avversarie per giunta.
Ora le giocatrici di Mazzanti non devono aver paura di vincere. Molto bene al primo punto il muro su Boskovic, ma le serbe hanno le carte in regole per rimontare. Le Azzurre devono quindi impedirlo, e costruire la vittoria di un altro e decisivo set. Sotto di due punti, le ragazze di Terzic riescono però ad accorciare contenendo molto bene un attacco di Sylla, ma al punto successivo sarà la stessa capitana azzurra a mettere la palla a terra. Molto male in questa ultima fase della gara il muro serbo, che sembra aver perso l’orientamento e i punti di riferimento della metà campo azzurra. L’Italia sale 7-2, grazie anche a una pipe molto potente di Pietrini. Ottima l’intensità mostrata in questo momento, mostrando qualsiasi tipo di schema e le migliori qualità sulla scia dell’entusiasmo. Le Azzurre viaggiano veloci, con le serbe che sembrano iniziare a cedere nel confronto con le loro avversarie. Dove la Serbia ora fa fatica, le giocatrici italiane accelerano, anche con un video check a favore che ribalta il parere dell’arbitro, che aveva già assegnato il punto al sestetto di Terzic. Boskovic e compagne sono a -8, un parziale pesantissimo anche per le campionesse serbe, che ora fanno un grande sforzo per poter raccogliere dei punti. I loro primi tempi ora non passano più, perché Danesi si riconferma insuperabile a muro. Per l’Italia, dove le compagne non riescono a mettere la palla a terra, ci pensa Egonu, che chiude molto bene con le sue schiacciate forti e ingiocabili. L’azzurra più rappresentativa sale poi in cattedra con una serie di servizi impeccabili. Tre ace consecutivi affossano le speranze di rimonta delle serbe, perché ora le Azzurre sono avanti 21-8. La Stark Arena è ammutolita di fronte al crollo delle proprie campionesse. Partita monumentale per l’Italia in casa delle giocatrici che hanno vinto le ultime due edizioni del torneo. I match ball sono addirittura 13 per la squadra di Mazzanti. Con l’ultima schiacciata delle sue è proprio Miriam Sylla, la migliore giocatrice del torneo a chiudere il match. Una vittoria monumentale per le azzurre che chiude di fatto un incubo contro la loro bestia nera e dopo amarissime delusioni che si sono accumulate fino ai pessimi Giochi di Tokyo disputati. Il 25-11 del quarto set potrebbe essere la prova tangibile di un cambio generazionale ormai inevitabile. Dopo tante vittorie, la Serbia cede così all’Europeo in casa proprio nella partita decisiva. Le due squadre sanno che si incontreranno ancora una volta ai Mondiali, ma le avversarie delle Azzurre potrebbero presentarsi con tante giocatrici diverse, con tante di quelle che sono scese in campo che, come avevano annunciato, lasceranno probabilmente la nazionale. L’Italia conquista così di diritto la medaglia d’oro europea e si lancia di forza e di diritto tra le grandi del volley mondiale. Le Azzurre annichiliscono così la squadra che tante volte aveva infranto i loro sogni. Un capolavoro per il quale è servito tanto tempo, con brutti momenti di sconfitta e di crisi, ma proprio per questo la vittoria dei campionati europei ha un peso ancor maggiore. In campo oggi è l’Italia ad aver mostrato di essere la squadra più forte del continente. Dopo un massacro, anche mediatico, subito dopo le Olimpiadi, l’Italia è risorta con il trionfo più bello dopo il fallimento più grande.
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Risultato: Italia b. Serbia 24-26, 25-22, 25-19, 25-11
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