Tiziana Cantone, la giovane donna trovata morta nella cantina della sua abitazione dopo la diffusione senza il suo consenso di un suo video “hot” e la conseguente gogna mediatica nei suoi confronti. Oggi il risultato della perizia afferma che la causa della sua morte è stata per strangolamento, e il suicidio potrebbe essere stato solo una messa in scena.
È questo l’ultimo colpo di scena sulla vicenda dopo che il professor Mariano Cingolani, medico ordinario di Medicina Legale all’Università di Macerata e consulente della famiglia di Tiziana ha svolto l’autopsia sul corpo della ragazza. L’ipotesi dello strangolamento era emersa già prima dell’analisi del corpo di Tiziana, viene ora confermata da Cingolani.
Il medico legale ha chiarito che nonostante la riesumazione del cadavere sia avvenuto nello scorso giugno, dopo 5 anni dalla morte della donna, avvenuta il 12 settembre 2016, è possibile ancora valutare la “vitalità delle lesioni” attraverso dei test sulla composizione chimica delle strutture dei tessuti biologici. Quindi tramite queste analisi è possibile stabilire se la lesione è stata inferta sul corpo ancora in vita, o quando era ormai deceduto. “La letteratura scientifica ha mostrato che questi test è possibile farli anche dopo dieci anni ottenendo risultati pressoché certi”, rassicura il medico.
Le ipotesi del medico dietro la morte di Tiziana Cantone
Il medico legale è dunque convinto che la donna non si tolse la vita impiccandosi ma fu strozzata, e poi messo in scena un suicidio per nascondere invece un omicidio. L’esperto ha spiegato che guardando le immagini che gli sono state fornite erano evidenti due segni sul collo riconducibili a tempi e modalità distinte. Un segno potrebbe essere ricondotto ad uno strangolamento, mentre un secondo attribuibile a l’impiccamento postumo alla morte della donna, per simulare un suicidio. Dunque ci celerebbe una morte violenta dietro la scomparsa della 31enne napoletana.
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Con questa svolta delle indagini si rivelano vere le ipotesi della madre di Tiziana, la signora Maria Teresa Giglio, che sin dall’inizio ha fatto fatica a credere all’ipotesi del suicidio di sua figlia.