Il dramma di Dalida, come è morta la grande cantante italiana: il suicidio vent’anni dopo la morte di Luigi Tenco.
La puntata di questa sera del programma Techetechete, in onda su Raiuno dopo il telegiornale, è dedicata a una grande cantante italiana. Stiamo parlando di Dalida, la quale ha vissuto una vita piena di successi, ma anche disseminata di drammi. A gennaio del 1967, la morte di Luigi Tenco, il suo compagno dell’epoca, un suicidio mai del tutto chiarito, poi un mese dopo anche lei tenta il suicidio a Parigi.
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L’11 settembre 1970, il primo grande amore di Dalida, Lucien Morisse, si suicida a sua volta nel suo appartamento parigino, con un’arma da fuoco. Si erano sposati nel 1961 e il matrimonio era durato appena un mese. Nel 1983 si uccide Richard Chanfrey, che ha condiviso la vita di Dalida dal 1972 al 1981. Nel 1975, si è suicidato il suo migliore amico, Mike Brant.
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Il suicidio di Dalida: la cantante italiana tra successo e depressione
Nata a Il Cairo, la cantante italiana – vero nome Iolanda Gigliotti – venne naturalizzata francese e proprio in Francia, a Parigi, trova il suo successo, esibendosi nei migliori locali del periodo. Un successo che la porta a Sanremo: al festival, insieme a Luigi Tenco, porta il brano “Ciao amore ciao”. I due vengono esclusi dalla finale, lui si sarebbe ucciso, 54 anni dopo il condizionale sembra essere ancora d’obbligo. Lei perde altri amori, viene ribattezzata “la vedova nera” e cade nell’incubo della depressione.
Il suicidio della cantante Dalida avviene nel maggio del 1987: la donna prepara tutto per compiere l’estremo gesto e infatti la governante Jacqueline – da tanto tempo al suo fianco – quella sera non è in casa, congedata per un giorno, così come gli altri collaboratori della cantante. Lei spiega di dover andare a teatro, in realtà non è così: quella sera si toglie la vita. Sul biglietto d’addio, la cantante lascerà poche righe, il cui destinatario non è noto: “Perdonami, la vita mi è insopportabile”. Schiacciata dal mostro della depressione, non ha saputo sconfiggerlo.