La Corea del Nord ha rifiutato 3 milioni di dosi di vaccini offerti dalla Cina nell’ambito del programma COVAX, il piano di redistribuzione dei vaccini a favore dei Paesi più poveri. Kim ha, fin dall’inizio della pandemia, attuato una gestione interna molto particolare e rigida, quasi invalicabile, tanto da far sorgere non pochi dubbi alla comunità internazionale. Mai un caso registrato e 36 mila persone testate, numeri molto bassi ai fini del tracciamento. L’unica volta in cui Kim ha lasciato aperto uno spiraglio sulla possibilità di un focolaio che avrebbe colpito il Paese, è stata quando il dittatore ha ammesso che la Corea aveva registrato un “grave incidente legato al Covid”. Alla fine però, anche in quel caso niente trapelò.
Come riporta la BBC, la Corea del Nord avrebbe rifiutato 3 milioni di dosi del vaccino anti-Covid offerte dalla Cina nell’ambito del programma COVAX. Kim avrebbe preso questa decisione, spiegando che ci sono altri Paesi che ne avrebbero più bisogno. Lasciando così intendere che, la gestione dell’emergenza pandemica globale, proseguirà sulla strada intrapresa in quest’anno: una linea molto rigida e la chiusura totale dei confini. Sullo stesso piano si colloca la recente decisione dello stesso Kim di non fare partecipare alle Olimpiadi di Tokyo nessun atleta nordcoreano, per evitare ogni forma di contagio. Quando Kim parlò per pubblicamente del “grave incidente”, il dubbio che si trattasse di un focolaio non passò inosservato. La Corea sta inoltre vivendo, dall’inizio della pandemia, una grave crisi dovuta alla povertà e alla carenza di cibo, a causa delle interruzioni degli scambi commerciali – tanto da spingere lo stesso Kim a chiedere, con un appello inusuale, l’aiuto del Partito del Lavoro di Corea per scongiurare una carestia.
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La gestione ombrosa dell’emergenza Covid di Kim Jong-un, non ha mai convinto la comunità internazionale. Il Paese ha testato, come spiega l’Organizzazione Mondiale della Sanità, 37mila persone nell’ultima settimana – di queste, tra operatori sanitari e altre persone che avevano avuto sintomi influenzali, nessuno è risultato positivo. Non è la prima volta che la Corea del Nord rifiuta i vaccini – poco tempo fa la BBC aveva spiegato che il Paese avrebbe rifiutato 2 milioni di dosi di vaccini AstraZeneca. Inoltre rimane il fatto che i rapporti commerciali della Corea del Nord risultano inclinati anche con Paesi come la Cina. Un altro motivo che ha probabilmente spinto lo stesso Kim a rifiutare gli aiuti del programma COVAX.
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Rimane il fatto che anche i media nordcoreani stanno, soprattutto in questi ultimi mesi, attuando campagne di propaganda anti-vaccino. Spingendo sempre di più, attraverso la comunicazione, i nordcoreani a destituire qualsiasi forma di fiducia nei confronti dei vaccini anti-Covid, fornendo ai cittadini informazioni di incidenti legati ai vaccini con esempi provenienti dagli Stati Uniti ma anche dall’Europa. Informazioni spesso pilotate atte a produrre timore. A dimostrazione che la linea dittatoriale nel Paese è molto forte anche per quanto riguarda la gestione pandemica.
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