Martina Caironi è un’atleta paralimpica pluricampionessa, fa parte del Comitato Italiano Paralimpico delle Fiamme Gialle ed è impegnata anche come speaker motivazionale.
Oggi parteciperà alla finale di salto in lungo femminile dei Giochi Paralimpici di Tokyo.
Classe 1989, l’atleta Martina Caironi da quando ha cominciato ad avvicinarsi all’atletica nel 2010 ha raggiunto presto una serie di vittorie, diventando una promessa dell’atletica leggere paralimpica.
Dall’incidente alle vittorie
Martina Caironi è nata il 13 settembre del 1989 ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo. Ha studiato mediazione culturale a Milano e dal 2015 vive a Bologna.
Risale a novembre del 2007 l’incidente che le è costato un’amputazione della gamba sinistra all’altezza del femore. Nonostante il tragico evento, Martina non si è scoraggiata e, grazie alla sua forza e perseveranza, è diventata una campionessa mondiale.
Nel 2010 le hanno dato la sua prima protesi per correre in un centro specializzato a Budrio, in provincia di Bologna. Da quel momento ha cominciato ad avvicinarsi all’atletica.
Nello stesso anno ha conquistato il titolo italiano, nel 2011 quello mondiale sui 100 metri piani e nel 2012 quello europeo, aggiudicandosi una medaglia d’oro nei 100 metri e una di bronzo nel salto in lungo agli Europei di Stadskanaal nei Paesi Bassi.
Sempre nel 2012 ha partecipato alla prima Paralimpiade a Londra, vincendo la medaglia d’oro nei 100 metri piani. L’anno successivo ha vinto due ori ai Mondiali di Lione nei 100 metri e nel salto in lungo.
Nel 2015 ha realizzato il suo primo record mondiale nei 100 metri piani, gareggiando per le Fiamme Gialle a Nembro, in provincia di Bergamo.
Martina, una fonte di ispirazione per i giovani
Martina fa parte del Comitato Paralimpico delle Fiamme Gialle ed è rappresentante degli atleti nel consiglio e nella giunta nazionale del Comitato Italiano Paralimpico.
Oltre a gareggiare, Martina lavora come speaker motivazionale ed ha tenuto molte conferenze, diventando un’ispirazione per i ragazzi e le ragazze che la seguono. Si impegna anche nel volontariato, andando nelle scuole di disabilità e sport a raccontare la sua storia.
Oggi gareggerà alla finale dei Giochi Paralimpici di Tokyo nel salto in lungo.