Pino D’Angiò negli anni Ottanta spopolava e oggi pubblica ancora album. Ha vinto sette volte la malattia “ma prima o poi vincerà lei”
Quando è nato il rap in Italia? C’è discussione e il 1980 è tra gli anni papabili perché è quando uscì Ma quale idea di Pino D’Angiò, al secolo Giuseppe Chierchia, nato a Pompei 69 anni fa. A novembre scorso l’ultimo album, arrivato quando ormai era inatteso: Jazz, donne, fragole e ombrelli, ma si potrebbe aggiungere tanto altro se si volesse fare un disco sintetizzando in poche parole la sua vita.
Il suo percorso, artistico e personale, è stato costellato da tanti ostacoli e problemi di salute. Si contano sei operazioni di cancro alla gola, un tumore polmonare, un sarcoma, un infarto e un arresto cardiaco. Gli resta pertanto la voce roca, sempre la stessa, a intonare le sue canzoni avvolto dal fumo delle sigarette.
Le sue sono canzoni “da smargiasso di periferia, che si finge il latin lover che non è”, ha detto in un’intervista rilasciata a Il Mattino. Nei testi non manca il maschilismo che oggi “potrebbero costare care”, ma sono condite da tanto sarcasmo e autoironia”.
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Cinema e musica, Pino D’Angio artista su più piani
L’esordio di D’Angiò risale al 1979 con la canzone È libero, scusi? ma il grande successo arriva con Ma quale idea che spopola anche all’estero in particolare in Spagna dove resta tra i primi posti in classifica per molte settimane. Ha continuato a stare sulla cresta dell’onda negli anni Ottante. Nel 1981 partecipa al Festivalbar con la Un concerto da strapazzo e l’anno successivo con Fammi un panino.
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È tra i fondatori della Nazionale Italiana cantanti ed è stata così tanta la sua popolarità in Spagna che nel 1990 ha condotto in Venezuela, in lingua spagnola, l’edizione di Miss Universo. Nel 1988 ha recitato anche in Il Camorrista, il film d’esordio di Giuseppe Tornatore ma è ricordato anche per essere trai più apprezzati parolieri italiani scrivendo anche per Mina in canzoni come Ma chi è quello lì. Nell’ultima intervista a Il Mattino ha detto che sta vincendo contro la malattia per sette a zero “ma prima o poi vincerà lei“.