Chi è Gertrude Bell l’esploratrice, diplomatica, archeologa britannica e agente segreto dell’Impero britannico, considerata ancora oggi “la madre dell’Iraq”.
Gertrude Margaret Lowthian Bell è nata a Washington Hall, nel Regno Unito il 14 luglio 1868 in una famiglia benestante e progressista, e ha vissuto una vita di avventure e intrighi. Sfidando le aspettative di una donna nell’Inghilterra vittoriana, è diventata una viaggiatrice per il mondo, un’abile alpinista e un’abile archeologa. Ben esperta nelle terre e nelle culture della Mesopotamia, Bell ha messo le sue conoscenze al servizio del governo britannico durante la prima guerra mondiale. Mentre dopo la fine della guerra, è stata determinante nella creazione del paese che ora conosciamo come Iraq.
A quel tempo, poche donne frequentavano il college, ma Bell è stata fortunata ad avere una famiglia liberale che le ha permesso di far continuare la sua istruzione. Ha frequentato il “Lady Margaret Hall”, uno dei pochi college di Oxford che accettava donne.
Il primo uomo di cui si innamorò fu Henry Cadogan, un membro del servizio straniero che incontrò durante una visita in Iran nel 1892. La coppia condivideva la passione per la letteratura, ma il padre disapprovava il loro amore.
Più tardi Bell si innamorò di un ufficiale britannico sposato, Dick Doughty-Wylie, con il quale si è scambiata un’intensa corrispondenza in cui esprimevano il loro affetto reciproco. Bell voleva che l’uomo lasciasse sua moglie per lei, ma la mogli minacciò il suicidio se lo avesse fatto. La tragica storia terminò quando Dick morì nella battaglia di Gallipoli nel 1915.
Gertrude Bell ha iniziato ad arrampicare durante una vacanza in famiglia affrontando altezze delle Alpi francesi e quelle svizzere. Diventata una delle principali alpiniste del suo tempo, ha contribuito ad affrontare alcune delle vette vergini della catena dell’Engelhorner. Uno di questi picchi precedentemente inesplorati è stato chiamato in suo onore Gertrudspitze, cioè “vetta di Gertrude”.
Le cose però non gli andarono sempre bene e nel 1902 mentre stava scalando la Finsteraarhorn, la montagna più alta delle Alpi Bernesi in Svizzera, la colpì una bufera di neve. La donna trascorse più di 50 ore su una corda sul lato della montagna prima di riuscire a tornare in un villaggio locale con le sue guide. L’esperienza ha lasciato Bell più di un giorno intero all’addiaccio, ma questo non ha posto fine al suo amore per l’arrampicata.
Suo zio, Sir Frank Lascelles, era l’ambasciatore britannico dell’Iran e grazie a lui fece il suo primo viaggio nelle terre del Medio Oriente. Per prepararsi al viaggio, Bell ha studiato persiano e arabo, una lingua che ha trovato particolarmente impegnativa. Come ha scritto in una delle sue lettere, “ci sono almeno tre suoni quasi impossibili per la gola europea”.
In seguito viaggiando molto attraverso la nazione, Bell ha trovato ispirazione per molti dei suoi libri. Nel 1894 pubblicò il suo primo libro di viaggio, “Safar Nameh: Persia Pictures”, e furono pubblicate le sue traduzioni in inglese di “poesie dal Divan of Hafiz”, considerate ancora oggi considerate tra le migliori versioni di questa opera.
Gertrude sviluppa anche la passione per l’archeologia durante un viaggio di famiglia nel 1899, visitando uno scavo del Melos, un’antica città della Grecia. Bell intraprese diversi viaggi per visitare alcuni siti archeologici, tra cui uno lungo il corso del fiume Eufrate documentandolo attraverso alcune fotografie.
La donna ha lavorato in un ufficio arabo durante la prima guerra mondiale, e ha raccolto e analizzato informazioni per aiutare gli inglesi a cacciare l’Impero ottomano dalla regione. Gli inglesi avevano subìto diverse sconfitte militari contro di loro, quando Bell escogitò una nuova strategia: voleva reclutare popoli arabi per opporsi ai turchi.
Dopo la guerra, Bell cercò invece di aiutare gli arabi e scrisse “Autodeterminazione in Mesopotamia”, un documento che le valse un invito alla Conferenza di pace del 1919 a Parigi. Bell ha continuato a esplorare le questioni politiche e sociali e fu coinvolta nella conferenza del 1921 al Cairo con Winston Churchill nel quale si stabilirono i confini dell’Iraq. Per il suo lavoro in favore del popolo arabo, Gertrude si è guadagnata il rispetto dei popoli della Mesopotamia e l’appello di “khutan”, che significa “regina” in persiano e “signora rispettata” in arabo.
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A Baghdad la Bell lavorò fino alla sua morte nell’alto commissariato consultivo britannico. Chiamata dagli iracheni “al-Khatun” (una dama di corte che con occhi e orecchie ben aperti lavorava per il bene dello Stato) e sottovoce «la regina senza corona d’Iraq», ella godette della piena fiducia del re Faysal, che aiutò a essere ben accolto dai capi delle tribù irachene all’inizio del suo regno. Il sovrano la sostenne nella sua volontà di fondare a Baghdad il museo d’archeologia iracheno e di creare una scuola britannica di archeologia, per preparare esperti di scavi che avrebbero seguito le sue indicazioni.
Le fatiche per produrre un’eccezionale mole di pubblicazioni, saggi e articoli di corrispondenze, di rapporti d’intelligence, di lavori di buon contenuto scientifico, di libri bianchi d’inchiesta e le ricorrenti bronchiti cui andava sempre più soggetta a causa del suo prolungato e smodato vizio del fumo, i ricorrenti attacchi di malaria e infine il clima caldo-umido dell’estate a Baghdad ebbero alla fine la meglio sulla sua tempra, tanto che divenne sempre più emaciata e sofferente.
Un’altra curiosità è che il programma di Rai 3 “La Grande Storia”, dedicherà questa sera 27 agosto alle ore 21,10, a Gertrude Bell una serata dedicata alla sua vita e alle vicende che hanno devastato quello spazio geografico che chiamiamo Medio Oriente. Il documentario è intitolato “Medio Oriente: il grande intrigo” ed è disponibile in streaming su Rai Replay.
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