Nella giornata di ieri, sei poliziotti hanno fatto causa nei confronti dell’ex presidente degli Stati Uniti per i fatti accaduti durante l’assalto a Capitol Hill, citati in giudizio anche gruppi dell’estrema destra. Le accuse mosse dagli agenti sono arrivate a seguito delle aggressioni della folla, aizzata, secondo questi ultimi da Trump, per interrompere i lavori del Congresso.
Le accuse ricadute su Trump e i gruppi di estrema destra sono state avanzate da sei poliziotti americani. Giovedì, gli agenti hanno citato in giudizio l’ex presidente e i gruppi di estrema destra ritenuti responsabili dell’attacco. Tra i citati anche Roger Stone, stretto collaboratore di Trump. L’accusa è quella di aver aizzato la folla, inviata intenzionalmente, per interrompere in modo violento il Congresso. Il The Guardian spiega che la causa depositata dagli avvocati presso la Corte federale di Washington DC, parla di Trump come collaboratore, per aver lavorato con “suprematisti bianchi, gruppi estremisti violenti e sostenitori della campagna per violare il Ku Klux Klan Act e commettere atti di terrorismo interno in uno sforzo illegale per rimanere al potere”.
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Come spiega il The Guardian, l’ex presidente avrebbe spinto, attraverso le sue dichiarazioni, gli estremisti a irrompere all’interno del Congresso, forzando la sicurezza degli agenti: sputati, aggrediti con lacrimogeni e insultati con espressioni razziali. Trump e Stone avrebbero favorito i gruppi di estrema destra Proud Boys e gli Oath Keepers, molti di questi sono stati difatti coinvolti nell’attacco. Il collante tra l’ex presidente e i gruppi di estremisti sarebbe proprio Roger Stone, graziato tra l’altro dallo stesso Trump, allora alla fine del mandato per delle accuse relative alla campagna elettorale del 2016.
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Trump, quel giorno, durante il suo comizio, aveva usato parole molto forti che, secondo i democratici e alcune autorità, aveva spinto la folla a marciare davanti Capitol Hill, fino agli scontri e all’irruzione nell’intento di interrompere quella che secondo l’ex presidente repubblicano era stata un’elezione raggiunta in modo illecito da parte del neo-eletto Biden. Quella dei sei agenti è la prima accusa lanciata ufficialmente dopo i fatti del Congresso.
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