Fantascientifica o quasi, e non solo perché salperà senza un equipaggio a bordo, ma perché, la nave cargo in questione è la prima a emissioni zero. La nave norvegese Yara Birkeland potrebbe così aprire le acque della rivoluzione del trasporto marittimo.
A salpare da un porto norvegese, non sarà solo una semplice nave cargo a emissioni zero ma una nuova idea di intendere e operare il trasporto marittimo a favore della tutela ambientale. Una filosofia abbracciata in Norvegia dalla società Yara International che ha dato vita alla prima nave cargo interamente elettrica. Difatti, la mancanza di equipaggio non è una novità nel Nord Europa, proprio perché la prima nave autonoma, precisamente il traghetto Falco, fu fatto partire da un porto in Finlandia.
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Yara Birkeland è una nave cargo capace di ridurre le emissioni di ossidi di azoto e di anidrite carbonica, annullando così l’emissione di gas serra. La nave, controllata da tre centri di comando, salperà da Herøya entro la fine del 2021, per un viaggio diretto a Brevik. L’obiettivo è quello di ridurre l’impatto, misurabile nel circa 3% di influenza nelle emissioni di gas serra a livello mondiale, secondo una stima dell’Organizzazione marittima internazionale. La nave è stata progettata nel 2017, grazie alla partecipazione della Kongsberg Maritime e del Gruppo Vard, leader mondiale nella costruzione delle navi.
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La nave sarà in grado di trasportare ben 103 container e di raggiungere la velocità massima di 13 nodi, grazie ad una batteria da 7 MWh. Questo secondo le stime potrebbe sostituire ben 40.000 mila viaggi del trasporto su gomma, riducendo anche l’impatto indiretto. A interrompere il debutto, programmato per lo scorso anno, era stata la pandemia da Covid-19. Naturalmente, le autorità marittime hanno dovuto costituire alcune implementazioni per garantire la navigazione dal punto di vista normativo, dato che si tratta di una nave autonoma e senza equipaggio – che servirà, solo durante la fase di scarico e di carico portuale. L’intento è anche quello di spingere gli altri Stati e altri costruttori a progettare navi elettriche a emissione zero – non solo perché questo apporterebbe un contributo considerevole dal punto di vista della sostenibilità, ma perché favorirebbe pure l’implementazione in altri Stati e nel diritto marittimo di altre normative.
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