Simone Barlaam, è uno tra i nuotatori paralimpici italiani più premiati, cominciò a praticare nuoto insieme ad altri bambini della sua stessa età vicino casa nella piscina di Magenta.
Tra una vasca e l’altra era un bambino che aveva una disabilità, dinanzi al suo allenatore dichiarò di voler fare la gare, chiedendogli di passare all’agonistica.
Sin dalla tenera età il nuotatore aveva già capito cosa significasse per lui l’acqua, la fatica e soprattutto le vittorie. A Luglio ha festeggiato il suo ventunesimo compleanno, adesso gareggerà a Tokyo nelle sue prime Paralimpiadi.
Esordirà Domenica 29 Agosto, ha nel curriculum cinque record del mondo, sia nei 50 metri stile libero, dorso e delfino, ha anche trofei nei 100 metri stile libero e nel dorso.
I sette ori vinti nei mondiali e le sette medaglie sono state conquistate nei campionati europei a Maggio, la passione per l’acqua è nata con lui, non riesce a spiegare a parole quello che sente quando gareggia in piscina.
Sin dalla tenera età, quando la sua situazione clinica era molto più grave, per via della malformazione alla gamba destra, il nuotatore ha rischiato più volte di fratturarsi il femore.
>>> POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: Bebe Vio e Federico Morlacchi: i nostri due portabandiera alle Paralimpiadi
Simone Barlaam, il suo femore di cristallo ad ogni errore poteva fratturarsi
La sua passione è diventata qualcosa di più serio, oggi è riuscito a qualificarsi per le paralimpiadi, il suo unico motto è stato lavorare ogni giorno, allenarsi al massimo delle capacità e divertirsi durante il percorso.
Per l’atleta il momento migliore della giornata è quando dopo un duro allenamento si sdraia stanco ma felice dei risultati raggiunti, l’atleta si sveglia alle 6.30 di mattina.
Questa è stata una delle parti più difficili da affrontare per il giovane talento, in Australia si era qualificato per il suo primo mondiale, infatti gli atleti venivano visti come delle vere e proprie celebrità.
Il nuotatore partì senza pensarci due volte, aveva intenzione di migliorare la sua lingua inglese, ma anche perché voleva relazionarsi con persone che avevano culture e usanze diverse dalla sua.
Incontrando diversi nuotatori di nazionalità diverse, ha capito che tutti sono uguali e sullo stesso livello, la voglia di fare e divertirsi è nel sangue, questo gli ha permesso di rifletter sull’importanza di frequentare culture “diverse” dalle nostre.
Proprio sull’accettazione di sé stessi, l’atleta ha costruito una missione personale, nel 2019 partecipa come ambasciatore del mondo paralimpico nella Conferenza internazionale Shaping a Future di Prada tenutasi a New York.
>>> POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: Covid-19: il Giappone teme un nuovo disastro
Il nuotatore ha sempre accettato la sua disabilità senza darci peso
In pubblico cerca di raccontare la sua esperienza nel modo più semplice possibile, in modo tale da far ritrovare qualcosa di concreto a chi ascolta la sua testimonianza.
Una delle sue passioni è il fumetto, ha imparato a disegnare proprio quando era in ospedale o a casa, è un fan del fumetto Diabolik e di Zerocalcare, tra i suoi disegnatori preferiti ci sono Altan e Maicol e Mirco.
Da qualche mese Simone è diventato anche il testimonial di Emporio Armani, il brand ha vestito tutti gli atleti italiani a Tokyo, da sempre il nuotatore ha accettato il suo corpo e soprattutto la sua disabilità.
>>> POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: Buffon, UFFICIALE il ritorno al Parma: il VIDEO di presentazione è da brividi
Crescendo non ha più fatto caso alla sua disabilità, la sua mente è sempre stata incentrata nell’uscire al più presto dall’ospedale e divertirsi con i suo amici. Non ha mai dato importanza all’aspetto fisico, è a suo agio con il suo corpo lo ritiene il mezzo che deve allenare quotidianamente, così come lo è anche la sua mente.
Con la nuotatrice britannica Alice Tai, ha avuto una relazione che è durata circa un anno e mezzo, ma purtroppo con la distanza e soprattutto il lockdown tra i due, Alice decise di prendersi una pausa di riflessione.