Istallato anche un sistema di sorveglianza al muro che divide Grecia e Turchia mentre i ministri greci promettono di respingere i rifugiati.
La Grecia ha continuato a costruire il muro che separa la nazione con la Turchia. La recinzione è arrivata ad una lunghezza di 40 chilometri. Tra le preoccupazioni della Grecia e di alcune parti d’Europa, tra cui anche l’Italia, è che l’acquisizione dell’Afghanistan da parte dei talebani potrebbe causare un afflusso di persone in cerca di asilo.
Venerdì scorso i ministri del governo greco hanno visitato la recinzione e hanno affermato che il rovesciamento del governo afghano ha dato maggiore urgenza ai loro sforzi per ridurre il flusso di migranti attraverso i suoi confini. Proprio la Grecia è stata al centro della crisi migratoria europea a metà del 2010, quando milioni di rifugiati dalla Siria, dall’Afghanistan e dall’Iraq si sono recati nel continente europeo. Da allora la nazione ha assunto una posizione dura, respingendo gli appelli della Turchia e delle organizzazioni internazionali che chiedevano di accogliere i migranti.
Il presidente turco Erdogan ha esortato l’Unione europea ad assistere i rifugiati dal paese. “Se non si potrà stabilire un periodo di transizione in Afghanistan, la pressione sulla migrazione, che ha già raggiunto livelli elevati, aumenterà ancora di più e questa situazione rappresenterà una seria sfida per tutti”, ha affermato Erdogan.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, affronta le critiche per aver ritirato le truppe USA dall’Afghanistan, mentre ora i leader in Europa si preparano a una possibile emergenza rifugiati. Migliaia di afgani hanno tentato di lasciare il paese la scorsa settimana, da quando i talebani hanno portato a termine una conquista del potere incredibilmente veloce e hanno posto fine a due decenni di coinvolgimento degli Stati Uniti nel paese.
Folle di afgani si sono radunate all’aeroporto di Kabul in cerca di un posto sui voli militari occidentali. Coloro che non possono andarsene affrontano un ritorno a un regime repressivo talebano, che ha bandito le donne dalle strade e dai luoghi di lavoro e ha reintrodotto la pena di morte per reati tra cui l’adulterio femminile, l’omosessualità e il rifiuto dell’Islam, reati in vigore quando era al potere tra il 1996 e il 2001.
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“È una nostra decisione… difendere e proteggere i nostri confini“, ha detto il ministro greco Chrisochoidis. “I nostri confini rimarranno sicuri e inviolabili. Non permetteremo movimenti incontrollati e irregolari e non permetteremo alcun tentativo di violarli”, afferma il ministro con durezza.