Mary Jo Kopechne morì nell’estate del 1969 a causa di un incidente stradale che coinvolse l’allora senatore del Massachusetts Ted Kennedy. Il film intitolato “Lo scandalo Kennedy” è ispirato alla tragica vicenda.
Questa sera, sabato 21 agosto, RaiTre propone alle ore 21,20 il film “Lo scandalo Kennedy”, con Jason Clarke, Ed Helms e Kate Mara. La pellicola, diretta dal regista John Curran e uscita nel 2018, tratta l’oscura vicenda che ha coinvolto nel 1969 Ted Kennedy, all’anagrafe Edward Moore Kennedy, ossia il fratello del presidente John Fitzgerald Kennedy e del senatore Robert Kennedy, uccisi rispettivamente nel 1963 e nel 1968.
Lo scandalo, etichettato ancora oggi come una “tragedia americana”, riguarda la morte della giovane Mary Jo Kopechne e ha segnato in modo indelebile il tentativo di ascesa di Ted Kennedy in politica. Lui, senatore del Massachusetts con il sogno di diventare presidente degli Stati Uniti sulle orme del fratello JFK, dovette rinunciare alle elezioni del 1972 e 1976. Nel 1980 decise poi di presentarsi per la corsa alla Casa Bianca ma perse le primarie con Jimmy Carter. La sua reputazione era ormai stata danneggiata irrimediabilmente.
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Secondo la ricostruzione dei fatti Mary Jo Kopechne morì in seguito a un incidente stradale provocato da una disattenzione di Ted Kennedy, che si trovava alla guida dell’auto in cui viaggiava la ragazza. Ad alimentare lo scandalo fu il comportamento del senatore statunitense dopo la tragedia, avvenuta tra il 18 e 19 luglio 1969. La vittima, figlia di emigrati di origine polacca, avrebbe dovuto compiere 29 anni nel giro di pochi giorni.
Da qualche anno era impegnata in politica in qualità di segretaria. Laureata in economia aziendale all’Università Femminile di Caldwell, aveva prima iniziato a lavorare come insegnante in un liceo dell’Alabama, abbracciando poi con convinzione gli ideali e il programma del Partito Democratico americano. Nel 1963 il coinvolgimento nell’ambito politico e dei diritti civili la portò a trasferirsi a Washington per entrare nella squadra dell’allora senatore della Florida, George Smathers.
Quello stesso anno fu assassinato il presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy. Mary Jo Kopechne, che aveva fin dall’inizio condiviso i suoi ideali, rimase particolarmente toccata dall’attentato. Per questo motivo prese la decisione di impegnarsi attivamente per sostenere la carriera del fratello di JFK e senatore di New York, Robert Kennedy. Nel 1964 iniziò a lavorare come segretaria all’interno del suo staff e nelle successive elezioni presidenziali, quelle del 1968, ebbe anche un ruolo significativo nella stesura dei discorsi ufficiali.
Durante la campagna elettorale divenne una delle cosiddette Boiler Room Girls, un gruppo di giovani donne con il compito di analizzare dati e statistiche presso il quartier generale di Kennedy, a Washington. Tutto sembrò andare bene, almeno fino a quando anche il fratello di JFK fu assassinato. L’omicidio sconvolse Mary Jo Kopechne al punto da farle perdere speranza nei suoi ideali politici e sociali. Nel corso del 1965 la ragazza provò poi a tornare in campo offrendo il suo contributo alla campagna di Thomas J. Whelan per diventare sindaco di Jersey City.
Quattro anni dopo, per cercare di dare una svolta alla sua vita professionale si trasferì nuovamente a Washington, andando a vivere in un appartamento con altre tre ragazze. Fu proprio nel 1969 che Mary Jo venne invitata a una festa sull’isola di Chappaquiddick, nello Stato del Massachusetts. La 29enne accettò l’invito con la speranza di stringere contatti utili per la sua carriera, inconsapevole di andare incontro alla morte.
L’evento era stato organizzato al Lawrence Cottage, residenza affittata da Ted Kennedy, l’unico figlio maschio ancora in vita della famiglia che, insieme al cugino Joseph Gargan, aveva deciso di onorare l’avversario della morte del fratello Robert e allo stesso tempo celebrare il grande lavoro svolto da tutto lo staff che aveva gestito la campagna elettorale delle presidenziali. Lui e Mary Jo Kopechne non si conoscevano prima di quell’occasione.
La giovane raggiunse l’isola di Chappaquiddick con un traghetto. Poco dopo l’inizio della festa tuttavia secondo le indagini iniziò a non stare bene e chiese così a Ted Kennedy di darle un passaggio fino al porto per poter tornare a casa. A quanto pare Mary Jo non avvisò nessuno dei suoi conoscenti presenti alla festa e dimenticò persino di prendere la sua borsa. Secondo alcune testimonianze la 28enne era sobria, mentre il senatore aveva bevuto parecchi drink alcolici.
Kennedy si mise alla guida dell’auto, nonostante la patente scaduta, per accompagnare la giovane verso il traghetto. Erroneamente sbagliò però strada imboccando un tratto poco illuminato e non asfaltato, la Dike Road. Giunto su un ponte di legno che attraversa un canale, a quel tempo senza protezioni o guardrail, l’uomo perse il controllo del mezzo. La sua auto uscì così fuori strada, si ribaltò e finì direttamente in acqua.
Mentre il senatore del Massachusetts riuscì ad aprire la portiera, a tornare a galla e a nuotare fino a riva, Mary Jo rimase intrappolata dentro il veicolo. Il senatore dichiarò successivamente di aver tentato invano di immergersi nuovamente in acqua per provare a salvare la vita della ragazza: esausto però, era poi tornato a piedi verso il Lawrence Cottage.
Giunto nella residenza informò suo cugino e l’avvocato Paul Markham di quanto accaduto, sostenendo che la giovane fosse probabilmente morta. Ai due chiese di non rivelare nulla a nessuno degli invitati della festa, intimorito dall’idea che si sarebbero potuti tuffare per cercare Mary Jo Kopechne rischiando a loro volta la vita. Agli inquirenti il senatore dichiarò in seguito di non avere allertato i soccorsi poiché aveva comunque la speranza che Mary Jo fosse riuscita a mettersi in salvo, uscendo dal veicolo sommerso poco dopo l’incidente. Una spiegazione che però convinse pochi.
Ted Kennedy attese fino alle 10 della mattina successiva e, dopo essersi confrontato nuovamente con il suo avvocato, decise di recarsi alla stazione di polizia di Edgartown per denunciare quanto accaduto. L’auto era stata recuperata un paio di ore prima, dopo essere stata avvistata da alcuni pescatori che avevano subito lanciato l’allarme. Il corpo della 28enne fu ritrovato ancora all’interno del mezzo e fu estratto dalle lamiere. Immediatamente furono avviate le indagini nei confronti del senatore del Massachusetts.
Nel giro di poche ore la notizia trovò spazio in tutti i media statunitensi. Tra l’opinione pubblica iniziarono anche a diffondersi alcune speculazioni, tra cui quella di un presunto flirt tra Kennedy, sposato e padre di tre figli, e Mary Jo. Ipotesi tuttavia rimasta tale, sia per il fatto che i due non si conoscessero prima di quella sera, sia perché la giovane non era solita intrattenere rapporti con uomini appena conosciuti.
La dinamica dell’incidente, ma soprattutto il comportamento del senatore, continuarono a restare oscuri e ancora oggi rimangono dei punti da chiarire. Per esempio il fratello di JFK avrebbe potuto subito provare a chiedere aiuto suonando in alcune abitazioni situate nei pressi del ponte, decisamente più vicine rispetto al Lawrence Cottage. Alcuni testimoni riferirono agli inquirenti che durante quella notte, a incidente già avvenuto, Ted Kennedy aveva parlato con diverse persone, come se avesse avuto l’intenzione di volersi creare un alibi.
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Gli accertamenti del medico legale stabilirono che Mary Jo Kopachne era morta per annegamento qualche ora dopo l’incidente e che probabilmente era riuscita a lottare per mantenersi in vita grazie a una sacca d’aria. Di conseguenza, se fossero stati chiamati tempestivamente i soccorsi, la ragazza sarebbe potuta essere salvata.
Kennedy finì a processo ma non fu possibile dimostrare che avesse guidato in stato di ebrezza. Alla fine fu giudicato colpevole per omissione di soccorso e negligenza: venne condannato alla sospensione temporanea della patente e a due mesi di carcere, tuttavia mai scontati per pena sospesa.
Ai funerali di Mary Jo Kopechne partecipò anche il senatore, insieme alla moglie Joan. I genitori della vittima dichiararono di aver appreso della tragica notizia dallo stesso Ted Kennedy prima che si recasse dalle autorità, ma di aver scoperto soltanto successivamente che era lui a trovarsi alla guida del veicolo caduto in acqua. La famiglia della giovane avrebbe ottenuto un risarcimento di 140mila dollari.
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