L’Ue eroga un pre-finanziamento all’Italia pari al 13% della somma totale del piano di finanziamento. La Commissione europea ha destinato, nella giornata di ieri, 24,9 miliardi di euro, erogati in sovvenzioni e prestiti.
Un primo passo che porta nelle casse italiane 24,9 miliardi di euro, pari al 13% dell’importo totale spettante all’Italia per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La nota spiega che il nostro Paese è uno dei primi a ricevere il pre-finanziamento che “contribuirà a dare impulso all’attuazione delle misure fondamentali di investimento e riforma delineate nel piano nazionale per la ripresa e la resilienza”. La nota spiega poi che la Commissione darà ulteriori autorizzazioni di emissione dei fondi in base agli investimenti e alle riforme che il nostro Paese porterà a compimento. Il valore complessivo dei fondi sarà di circa 191,5 miliardi di euro – divisi in 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. “L’erogazione odierna fa seguito al recente successo della prima emissione di titoli nell’ambito di NextGenerationEU. Entro la fine dell’anno la Commissione intende raccogliere complessivamente fino a 80 miliardi di € di finanziamenti a lungo termine” si legge nel comunicato stampa della Commissione europea.
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I fondi del PNRR serviranno a finanziare e dovrebbero garantire la transizione verde in Italia, con 32,1 miliardi di euro che saranno investiti nel trasporto locale sostenibile, piste ciclabili, mezzi di trasporto pubblici a emissioni zero e colonnine di ricarica per auto elettriche su tutto il territorio nazionale. Altra misura in tale contesto sarà quella delle agevolazioni per gli acquisti di mezzi a zero emissioni e di rinnovamento delle abitazioni verso il green.
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Altri 13,4 miliardi di euro saranno invece il motore di traino della transizione digitale, che potrebbe proiettare il Paese a raggiungere gli standard europei. 26 miliardi saranno invece indirizzati e investiti verso la creazione di strutture per l’infanzia e, come spiega l’Agi, di potenziamento delle politiche attive, tra queste l’inserimento dei giovani e donne nelle aziende e la formazione professionale. 3,7 miliardi saranno invece investiti, nella riforma degli uffici pubblici, per diversi analisti, risorse risicate, che andranno a colmare in qualche modo la riforma digitale anche nei tribunali e la riduzione dei processi.