L’Italia e in modo particolare il Sud della penisola, sta vivendo una delle estati più calde mai registrate: uno studio Coldiretti afferma che si tratta di una delle stagioni più calde negli ultimi duecento anni.
La giornata di ieri ha portato con sé uno storico record negativo, quello dei +48.8°C raggiunti a Siracusa, in Sicilia – che va a raggiungere il primo posto in classifica per la temperatura più alta mai raggiunta in Europa, lanciando anche l’allarme di estati sempre più calde e devastanti per gli habitat naturali. Si attendono temperature da bollino rosso per la giornata di venerdì.
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Quella del 2021 è stata forse una delle estati più atipiche, dividendo la penisola tra il forte maltempo che ha investito le regioni del nord e il caldo record che ha invece colpito le regioni del Sud e del Centro Italia. L’estate in corso è stata classificata dalla Coldiretti, una delle dieci più calde degli ultimi 200 anni. Il dato è rilevante, in maggior modo, nel mezzogiorno, influenzata dalla siccità e da temperature record, che hanno persino toccato i 48.8°C. Gli incendi, spesso agevolati da piromani, hanno devastato ettari di aree protette e di oliveti, uccidendo anche centinaia di animali e distruggendo interi settori agricoli. Il caldo ha reso la vita difficile anche agli agrumeti, in sofferenza e a rischio di forti perdite.
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Le previsioni dettano un weekend infernale, con punte estreme. Il caldo colpirà diverse aree della penisola. A Roma sono previste punte di 38°C ma il caldo colpirà anche le zone settentrionali, 13 le città con bollino rosso: Pavia, Firenze, Bologna, Mantova, Padova, Frosinone, Arezzo, Ferrara, Arezzo e Ferrara e altre città del centro Nord. Attesa anche per l’afa e, nel caso di temperature, l’aumento dell’umidità anche nelle ore notturne. Le autorità consigliano, soprattutto per le persone anziane, forte cautela. Intanto gli incendi lacerano il meridione – Sicilia e Calabria le più colpite. Per ultimo parte del Parco dell’Etna, la Pineta di Linguaglossa, andata in fiamme durante la scorsa notte. In Aspromonte si contano invece ancora molti roghi attivi e le operazioni di spegnimento diventano sempre più difficoltose per la mancanza di strumenti e di personale sufficiente. In Calabria si sono registrati anche 4 morti, a causa degli incendi.