Prete ucciso, un uomo di origini ruandesi si è consegnato alla polizia: era stato coinvolto nell’incendio della cattedrale
Sembra essersi già risolto il caso del sacerdote Oliver Maire, 60 anni, assassinato questa mattina a Saint-Laurent-sur-Sévre, nella regione francese della Vandea, tradizionalmente molto cattolica. Secondo quanto scritto su Twitter dal ministro dell’Interno Gerald Darmanin, un uomo di origini ruandesi si è presentato alla polizia dicendo di aver ucciso un sacerdote. “Tutto il mio sostegno ai cattolici del nostro Paese”, ha detto il ministro.
Le Figaro ha invece riportato che l’uomo ha accompagnato di agenti sul luogo da lui indicato, trovando il cadavere del prete. La persona che si è autoaccusata, Emmanuel Abayisenga, era già nota alle forze dell’ordine perché coinvolto nell’incendio alla cattedrale di Nantes avvenuta tredici mesi fa. In attesa del processo era stato accolto dal sacerdote che dice di avere assassinato.
Tout mon soutien aux catholiques de notre pays après le dramatique assassinat d’un prêtre en Vendée. Je me rends sur place.
— Gérald DARMANIN (@GDarmanin) August 9, 2021
Bruno Retailleau, senatore della Vandea, ha confermato via Twitter che il sacerdote aveva avuto un gesto caritatevole ospitandolo nella sua comunità parrocchiale: “La sua morte testimonia la gentilezza di questo prete”, ha scritto.
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Prete ucciso, la destra attacca il governo
La morte è stata anche motivo di polemiche politiche. La leader della formazione di estrema destra, Rassemblement National, Marine Le Pen, ha attaccato il ministro Darmanin dicendo che in Francia si può essere clandestini, incendiare cattedrali ma non essere espulsi e “diventare recidivi assassinando un prete”.
Non è mancata la risposta del ministro che ha bollato quelle parole come “indegne” accusando la Le Pen di non conoscere i fatti perché Emmanuel Abayisenga non poteva essere espulso finché non gli fosse stato tolto il controllo giudiziario al quale era sottoposto.
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Il 18 luglio 2020 Abayisenga (oggi 40enne e nove anni trascorsi in Francia), un volontario della diocesi di Nantes, aveva detto di aver appiccato l’incendio perché era scaduto il visto e siccome non riusciva a rinnovarlo, aveva timore di tornare in Ruanda.