Dipendenza smartphone, perché scrolliamo senza motivo?

Siamo nell’era della dipendenza smartphone e il più delle volte scrolliamo continuamente quasi per abitudine

Dipendenza smartphone
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Un’abitudine, un passatempo, forse un vizio. Da quando gli smartphone sono diventati strumenti di uso comune non ce ne stacchiamo mai. Sono il prolungamento del braccio, per mille motivi: lavoro, svago, informazione.

Di certo è che ormai siamo dipendenti e anche se restiamo in attesa dell’autobus o fermi in strada per qualsiasi altro motivo, il volto è sempre rivolto su quello schermo. Ogni occasione è buona per controllare la posta o riprendere qualche conversazione lasciata in sospeso. E il più delle volte ci troviamo a ‘scrollare‘, uno dei tanti neologismi lanciati dalla tecnologia dell’era del web, anche senza motivo.

Chi più chi meno, quello che facciamo quasi tutti è scrollare (scorrere le pagine verso il basso) a letto prima di andare a dormire, il più delle volte senza motivo o solo proprio per “prendere sonno”. Un modo di fare che può avere anche cause negative proprio sul sonno.

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Dipendenza smartphone, rispondono gli esperti americani

Smartphone (Getty Images)

La giornalista del Washington Post Sunny Fitzgerald ha intervistato alcuni esperti di dipendenze e del rapporto che abbiamo con la tecnologia. È emerso che in generale scrolliamo senza fermarci per via dei nostri istinti di sopravvivenza ma anche per come sono fatte le piattaforme social.

Ciò succede soprattutto quando siamo stati informati di una cattiva notizia e vogliamo saperne sempre di più. Ned Presnall, direttore del centro per la terapia contro le dipendenze Plan Your Recovery di St. Louis ha detto che “non riusciamo a staccarci dalle cattive notizie“, paradossalmente, perché il cervello gestisce le informazioni in modo gerarchico, dando priorità alle cose che possano metterci in pericolo e quindi gestiamo prima i casi che riguardano la nostra sopravvivenza.

Il direttore del centro ha anche spiegato che il modo in cui vengono disegnate le pagine dei social influenzano tantissimo il nostro scrollare quasi convulsivamente: ci provocano sempre più voglia di avere informazioni, non c’è interruzione, i colori sono caldi e rilassanti, cercando di non dare motivi per distogliere l’attenzione.

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Ci sono poi i contenuti in sé che puntano sulle emozioni, la rabbia e lo stupore (a partire da chi scrive le ‘notizie’ che a volte non sono neanche tali) ma che fanno leva sui sentimenti che tutti proviamo, con titoli sorprendenti per attrarre la nostra attenzione e curiosità.

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