Attacco hacker regione Lazio, svolta nelle indagini che hanno il supporto dell’Fbi: non sarebbe stato un dipendente dell’ente pubblico
C’erano dubbi sulla controllata regionale Lazio Crea ma l’attacco hacker non è partito da là e neanche fa a un dipendente della Regione ma da uno della Engineering informatica, la società che lavora anche per il Ministero della difesa.
Svolta nelle indagini che hanno preso il profilo di un film americano con il coinvolgimento dell’Fbi. Il cosiddetto uomo di Frosinone quindi sarebbe un dipendente privato e l’attacco è partito dal suo computer che sarebbe risultato il più vulnerabile sfruttando le sue credenziali Vpn e la violazione sarebbe avvenuta perché l’accesso non era protetto da doppia autentificazione del tipo password e app, oppure con l’aggiunta del riconoscimento facciale.
Il tutto avrebbe preso il via dal duro attacco subito da Engineering tanto che la società è stata costretta nello scorso weekend a spegnere i server. Un attacco quello che ha avuto come vittima la Regione Lazio che ha congelato tutto ciò che di telematico è dell’Ente, bloccando anche la prenotazione dei vaccini anticovid e le visite specialistiche, criptando i dati presenti all’interno del sistema.
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Attacco hacker, caos in Regione
Nel frattempo che le indagini vanno avanti, la vicenda si fa sempre più complessa anche perché il tema non è alla portata di tutti, soprattutto quando si tratta di un settore così delicato – e spesso oscuro – dell’informatica. Le voci che sia arrivata la richiesta del pagamento di un riscatto sono sempre più insistenti: secondo queste solo dopo aver ottenuto la somma l’autore o gli autori potranno dare una chiave per i dati criptati, ossia resi illeggibili e che non possono essere utilizzati.
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Escluso quasi da subito l’ipotesi che si sia trattata di un attacco terroristico, la tesi del “sequestro” dei dati sensibili dell’ente e di milioni di cittadini, in cambio di soldi, si è fatta largo, restando ancora adesso quella più accreditata.