Sigle TV, sono diverse da Friends al Trono di Spade ecco una lista delle più iconiche, affascinanti e geniali di sempre.
In alcuni casi le colonne sonore delle serie tv riescono ad entrare nei ricordi del passato per poi rievocare bellissime sensazioni, alcune volte il piacere di una serie tv comincia proprio durante la sigla principale.
Attualmente le serie tv si sono distinte per l’attenzione maniacale nel creare capolavori sonori, i motivetti immortali e rifacimenti più importanti ed iconici sono stati condensati e raggruppati in una classifica.
Al primo posto troviamo la sigla di “Ai Confini della Realtà” una serie tv che dimostrato come negli anni ’50 si riuscisse a dare quel tocco di magia in più sui titoli di coda.
La sigla era semplice ed efficace, riusciva ad essere inquietante, porte, finestre e bulbi si muovevano nel cielo stellato, mentre il suono metallico si accompagnava alla voce della quinta realtà.
La sigla ebbe delle modifiche nel corso del tempo, ma oggi è ancora uno dei miglior pezzi di sempre, gli sceneggiatori come Ray Bradbury e Charles Beaumont riuscirono a mandarci ai confini della realtà grazie a poche note.
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Il motivetto “Sunday, Monday, Happy Days” da sempre è risuonato nella mente di chi ha seguito con amore questa serie tv. Le parole partivano senza alcun preavviso, il ritmo rock faceva il resto, insieme alle immagini del juke box celebre protagonista della serie.
Infatti la serie cambiò il modo in cui il pubblico e i giovani seguivano i programmi, ci sono stati diversi tormentoni e mode lanciati durante quegli anni. La nostalgia degli anni ’70 tutt’oggi ci rimanda a quella nostalgia, dove basta poco per riuscire a vivere nuovamente la magia del telefilm con una giacca di pelle, un pollice alzato e un juke box.
La iconica Pontiac Trans Am nera, era super equipaggiata e guidata dal duro David Hasseloff che alzando la mano canticchiava il “Knight Rider Theme” creato da Stu Phillips e Glen A. Larson.
Il motivo molto orecchiabile riesce tutt’oggi a far immergere i fan e gli spettatori nell’atmosfera della serie, esattamente nel futuro di David Hasseloff mentre discute con KITT e la sua macchina super accessoriata.
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I Simpson dal 1989 hanno rivoluzionato il mondo delle serie tv animate, la cultura popolare americana è entrata nelle case degli italiani proprio grazie agli strani abitanti di Springfield.
La famiglia più famosa del mondo ha riscosso record dopo record, facendo si che la sigla composta da Danny Elfman fosse il biglietto da visita per far sì che tutti riconoscano le vicende della stravagante serie americana.
Il tema della sigla è stato concepito da Angelo Badalamenti in 20 minuti, qualche minuto dopo che la produzione gli descrisse l’ambienta in cui l’astratta cittadina di Twin Peaks era ambientata.
La sigla ripropone un bosco buio con un vento che soffia attraverso gli alberi e si ascolta il verso di un gufo in lontananza, il lento scorrere e la riproduzione di 5 scene caratterizzano la serie e soprattutto la vita della cittadina sperduta nello stato di Washington.
Il tutto alimenta l’inquietudine e la dispersione creata dalla serie e soprattutto da una calma superficiale che cela tanti misteri irrisolti.
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La sigla ha coronato il successo di Will Smith, Eadoardo Nevola ha esordito grazie al doppiaggio dell’attore e soprattutto della sigla, riuscendo a reinterpretare il rap coinvolgente di Frash Prince.
Il lavoro del doppiatore Nevola ha dimostrato che in Italia, nonostante siamo nel periodo dove l’inglese spopola nei social e soprattutto nelle menti più giovani, l’abilità del doppiatore può rendere celebre una sigla ascoltata per diversi anni.
La traduzione utilizzando slang ed espressioni riadattate al mondo italiano, è riuscita a fare breccia nel cuore dei telespettatori nonostante fosse una sigla interamente dedicata alla lingua inglese.
La sigla venne creata da Mark Snow ed ha il merito di aver ricreato un’atmosfera misteriosa e di suspance durante i primi minuti, i telespettatori riuscivano ad immergersi sin da subito negli argomenti trattati.
L’ispirazione fu presa dal brano “How soon is now” dei The Smiths, mentre lo split screen è servito per creare un design che riuscisse a sposarsi con i temi trattati dalla serie tv, grazie a questo connubio la sigla vinse il premio Emmy per il miglior design.
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Friends con I’ll be there for You è riuscita ad entrare nel cuore di chi ha seguito la serie anche di sfuggita, i quattro battiti di mano sono diventati un’icona “sonora” della famosa serie.
L’intervallarsi delle scene riguardanti i 6 amici ha reso celebre la sigla composta dai Rembrandts, cavalcando il millennio con una sigla breve, d’impatto e crea aggregazione scaldando i cuori dei telespettatori.
Le due serie tv sono molto simili l’una all’altra, infatti le sigle sono riconoscibili sin dalle prime note, entrambe hanno creato un sound che si riconoscesse nell’argomento trattato dai due titoli.
Intere generazioni guardando le due sigle, hanno cercato di immaginare una vita nei luoghi della serie, che sia un freddo paesino del Canada o una calda e ricca Orange County.
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La sigla di Dexter è caratterizzata dal semplice rituale mattutino, ciascuna azione intrapresa dal protagonista nella sua morning routine è scandita dalla cura nei dettagli.
La rasatura della barba, il taglio dell’arancia, il bacon che sfrigola e il fuoco diventano dei passaggi che potrebbero essere utilizzati per una tortura fisica e al tempo stesso mentale.
Questa si presenta come una delle sigle geniali progettate, una canzone da cabaret fa da sfondo a dei close up dettagliati, la colazione diventa un rituale perturbante che ci descrive un personaggio oscuro in maniera molto precisa e dettagliata.
La sigla ha rappresentato perfettamente il percorso del protagonista, Donald Draper trasmette tutta la sua inquietudine mentre viene ripreso precipitando da un palazzo.
Mentre precipita ci sono diverse pubblicità, questo funge da metafora nella vita del pubblicitario, in pochi anni è diventato la punta di dimante delal sua azienda, ma la sua vita personale ne ha risentito cadendo drasticamente.
Questo non ha lasciato scampo a Donald Drapet, il quale non ha fatto altro che precipitare nel suo stesso burrone tra vita lavorativa e vita privata.
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Il reboot di Boris ha mostrato tutto l’apprezzamento avvenuto sul lungo termine della serie italiana, infatti la sigla si tratta di una vera e propria carnevalata studiata per far ridere i telespetatori.
Una puntata basta per ricordare il motivo della sigla, ovvero una canzone che dichaira l’intento testuale e farsesco della serie, si sposa con i personaggi che fluttuano nell’acqua del piccolo acquario di Boris.
La metafora è stata studiata per il sistema televisivo, così come l’intero sistema del governo italiano, infatti la serie è una sottile citazione di come l’intera televisione italiana gira.
La celebre serie di Chuck Lorre è il manifesto di tutti i nerd, i quali in pochissimi secondi preannuncia tutto quello che è esistito nel mondo, con i quattro scienziati come protagonisti, la serie è conquistata il trono tra i cult del nuovo millennio.
Le immagini hanno accompagnato da sempre la sigla, segnando tutti i traguardi dell’uomo a velocità sostenuta, sino ad arrivare a Sheldon il protagonista della serie, riconosciuto come l’unico punto nello spazio dove ruota l’intero universo vivente.
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La serie ha fatto della sigla il suo cavallo di battaglia, prodotta dalla HBO ha alzato il livello di produzione delle serie tv in generale, la sigla infatti si è distinta per essere la più epica di sempre.
Creata da Angus Wall, è stata la vincitrice di diversi Emmy, è diventata un tripudio di forme e animazioni, l’ambientazione di ogni singolo episodio è stata curata in base alla mappa mostrata inizialmente.
Westeros prende vista con castelli e fortezze che si ergono in maniera meccanica tramite ingranaggi, i quali celani diversi misteri, a questo si aggiunge il tripudio di archi composto da Ramin Djawadi, il quale è diventato uno dei punti di riferimento di tutti i fan nel mondo.
Lo stesso Angus Wall ha prodotto nuovamente uno dei suoi capolavori, raccontando il clima della Guerra Fredda utilizzando un mix di simboli tra le due fazioni.
Viene mostrata da un lato la situazione degli Stati Uniti e dall’altro quella dell’Unione Sovietica, i nomi degli attori vengono scritti in cirillico per poi essere cancellati e riscritti in inglese.
Babbo Natale viene coperto dall’immagine di Marx, simboli e riferimenti vengono contrapposti in un mix che rende l’intera sigla efficace, intrigante e molto pop.
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Il concept semplice è quello che colpisce di questa sigla, infatti questo è stato il via per quanto riguarda il “femminismo” in tutte le serie che sono succedute negli anni.
Il brano di You’ve Got Time di Regina Spektor scorre a ritmo di musica negli occhi di molte donne, questi sono i volti delle vere detenute che hanno ispirato la serie tv e la storia scritta da Piper Kerman, l’autrice del libro da cui è cominciato tutto.
Il marchio di fabbrica della serie rimane ben stampato nella mente dei telespettatori, i quali con i volti, gli sguardi e i corpi dei personaggi riesce ad essere una serie ambientata in un periodo ben preciso.
Le immagini si sovrappongono ad un tessuto di trame e strade che sembrano non avere fine, la fusione di questi elementi e le sonorità country della colonna sonora, creano l’alone di mistero e di inquietudine tipici di Ture Detective.
Con le note di Tuyo, il pezzo scritto da Rodrigo Almirante, ispiratosi alla madre di Pablo Escobar, la sigla risuona in sottofondo, cullandosi dal bolero, per poi passare ad immagini di traffici narcotrafficanti.
La sigla mette in evidenza gli elementi importanti della guerra al narcotraffico, ci sono immagini di repertorio, dove scorrono pacchi di cocaina, report di indagini, boss, simboli di ricchezza, tutti elementi di anime contrastanti che combattono per lo stesso ideale, la libertà.
Il cartone animato si pone come una serie psicologica sotto forma di un espediente che lo rende molto più semplice e appetibile al pubblico più giovane.
La sigla riesce a comunicare in maniera efficace l’inquietudine provata dal protagonista, il quale appare incapace di interagire con tutto ciò che lo circonda.
Bojack sembra un passeggero di un treno in corsa, guarda la sua vita scorrere fuori dal finestrino, poi verrà ripreso a prendere il sole in piscina, questo è il segno del malessere interiore provocato dalla condizione agiata di celebrità.
La sigla nasce dall’idea di Johnatan Nolan, il fratello di Christopher Nolan, viene studiata nei minimi dettagli, sia per quanto riguarda la colonna sonora sia per quanto riguarda la resa visiva.
Ramin Djawadi ha composto il tema musicale, e Thomas de Gorter ha collaborato nel concept artistico, la fusione di questi due talenti ha creato una sigla che stimola l’inquietudine necessaria per trasportare il telespettatore nel futuro distopico della serie.
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