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Curiosità

Rino Gaetano: a 40 anni dalla sua misteriosa morte parla la sorella Anna

Published by
Giuliana Macaluso

Ecco le dinamiche dell’incidente che ha portato alla morte Rino Gaetano e le smentite della sorella dopo le ipotesi dei fan.

Il cantautore nato a Crotone, in Calabria il 29 ottobre 1950, avrebbe compiuto proprio l’anno scorso 70 anni. Era il 2 giugno 1981 quando Rino Gaetano muore in un incidente stradale. Da quella notte le teorie sulla sua scomparsa sono molte, tra cui quella che lui fu rifiutato dagli ospedali nella notte del tragico incidente, o che lo avesse previsto in una canzone scritta 10 anni prima.

La notte dell’incidente mortale di Rino Gaetano

Ripercorrendo a ritroso la nottata in cui Rino Gaetano ci ha lasciati, il celebre cantautore era la sera in compagnia di alcuni amici per le strade di Roma. L’artista crotonese era in quel momento all’apice della sua carriera, e in un attimo viene stroncato da un incidente mentre percorreva via Nomentana, la stessa strada dove abitava coi genitori e la sorella Anna. Alcune cause per cui la sua auto è potuta schiantare sono per un malore dello stesso Rino o un colpo di sonno, tanto che sua macchina ha invaso la corsia opposta e un camion l’ha colpito in pieno.

Arrivati i soccorsi lo portano al Policlinico di Roma, ma era già in coma. L’unico intervento che poteva in quel momento salvare Rino Gaetano era un intervento cranico, reparto che l’ospedale dove era ricoverato non aveva. Dunque – nel disperato tentativo di salvare il cantautore – si fecero diversi tentativi con molti altri ospedali nel corso della notte e solo alle prime luci dell’alba il cantautore venne ricoverato al Gemelli, dove però morì intorno alle 6 del mattino.

La predizione di Rino sul suo incidente

Una canzone scritta dall’artista intitolata “La ballata di Renzo” agli inizi del 1970, ha rivelato la sua tragica profezia. Infatti, come Renzo, protagonista dei suoi versi, anche Rino perderà la vita causa la mancanza di un posto letto nei 5 ospedali cui era stato chiesto il suo ricovero. La canzone è rimasta inedita per molto tempo, ed alcune teorie affermano proprio che in quella canzone il cantante avesse predetto la sua morte. 

Proprio una parte del testo recita:

«La strada era buia, s’andò al S. Camillo
e lì non l’accettarono forse per l’orario,
si pregò tutti i santi ma s’andò al S. Giovanni
e lì non lo vollero per lo sciopero.»

Ecco la celebre canzone dell’artista:

La sorella di Rino Gaetano, Anna, chiarisce la circostanze

Secondo la sorella di Rino Gaetano, Anna Gaetano, non è vero che Rino fu rifiutato dagli ospedali. ed è solo una leggenda inventata dai fan.

Infatti, secondo la donna, quando il corpo del fratello fu estratto dalle lamiere, venne portato al Policlinico Umberto I, semplicemente perché era il posto più vicino. La struttura non aveva una sala operatoria attrezzata per la craniolesi, ma non l’avevano neppure gli altri ospedali che erano stati contattati telefonicamente, sostiene Anna.

Quella notte Gaetano perse il controllo della sua Volvo 342, finendo contromano su via Nomentana, all’altezza del civico 355. Ci fu un impatto violentissimo con un camion che procedeva in senso contrario. La fiancata della macchina del cantante venne colpita, schiacciata e spinta lontano dalla strada. Dunque quello che si racconta sulle due ore successive all’incidente sarebbe falso, chiarisce Anna Gaetano.

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Alle 5 del mattino la donna fu svegliata da una chiamata della madre che le annunciava che suo fratello era in ospedale perché si era rotto un braccio. Ma già prima della telefonata Anna Gaetano si sentiva inquieta perché aveva sognato che il suo cagnolino era stato coinvolto in un incidente e lo trovava col petto spaccato”.

Quando la sorella arrivò davanti al letto d’ospedale Rino era ancora vivo e morì poco dopo, proprio 10 minuti più tardi, alle 6 del mattino. Gli ultimi ricordi di Anna vanno al giorno prima dello schianto: “Gli avevo portato il caffè a letto a casa dei miei. Ma aveva chiesto di dormire ancora un po’. Ero andata a prendere mio padre per portarlo a una visita, era da poco uscito dal coma. Lasciai il caffè sul comodino e uscii”, afferma la donna.

Per noi è sempre vivo”, conclude Anna, “Non c’è giorno in cui non ne parliamo. Ricorderò per sempre mio fratello, ogni giorno della mia vita”.

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