Studente carbonizzato a Pisa, in una nota la Procura della Repubblica spiega come si sono svolte le indagini
Il corpo di Francesco Pantaleo, studente siciliano a Pisa, è stato ritrovato carbonizzato domenica scorsa nella campagne di San Giuliano Terme ma solo ieri è arrivata la conferma che si trattava di lui, dopo le analisi del caso. Il procuratore Alessandro Crini ha dichiarato che fin da subito le indagini hanno ipotizzato che i resti ritrovati appartenessero al corpo del giovane vista l’altezza e altri elementi.
Lo studente aveva fatto perdere le sue tracce sabato 24 luglio. Quel giorno aveva lasciato l’appartamento che condivideva con altri studenti lasciando a casa documenti e occhiali da vista. La famiglia, che non riusciva a rintracciarlo, si era subito mobilitata con appelli per ritrovarlo e si era occupata del caso anche la trasmissione di RaiTre Chi l’ha visto?.
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Studente carbonizzato a Pisa, a Procura smentisce alcuni fatti
Nella nota la Procura ha fatto sapere che subito sono stati fatti esami comparativi con i famigliari e in particolare con la madre: “Il 28 luglio – è scritto nella nota – veniva affidato l’incarico al perito genetista che, con lodevole tempestività, forniva risposta, nei termini già noti, nelle 48 ore successive”.
Nella nota il procuratore ha voluto smentire alcuni fatti che erano stati riportati da organi di stampa inerenti alla questione che nel tempo in cui le indagini si stavano occupando dello studente scomparso, “nessun’altra alternativa è stata concretamente sperimentata”, facendo particolare riferimento particolare, “alla scomparsa di un soggetto di nazionalità tunisina denunciata dai parenti dello stesso, a Lucca”.
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Ma in questo caso gli approfondimenti della pista si era rivelata “priva di interesse investigativo” perché le informazioni a disposizione sulla persona scomparsa e l’altezza del cadavere ritrovato a San Giugliano, non erano compatibili.