Approvata all’unanimità in Consiglio dei Ministri la riforma del processo penale. Per il leader della Lega, Matteo Salvini, è stata “smontata la riforma Bonafede”
Dopo una mattinata di tensioni, con la riunione sospesa per oltre due ore, ieri sera è stato raggiunto in Consiglio dei Ministri l’accordo sulla riforma del processo penale: decisivo l’appello alla responsabilità del Premier Mario Draghi che evidentemente è stato accolto anche dai recalcitranti esponenti del M5S che facevano muro, minacciando di non votarla, in particolare, sull’aggravante mafiosa. Come confermato al termine della riunione dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento nonché esponente del M5S, Federico D’Incà, la riforma ha ricevuto il via libera anche dai Ministri pentastellati: la sintesi è stata trovata sulla proposta che prevede tempi più lunghi, fino a 6 anni in appello, 5 a regime.
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“E’ una giornata importante: lunghe riflessioni per arrivare a un’approvazione all’unanimità con convinzione da parte di tutte le forze politiche. Ora c’è l’obiettivo di accelerare il più possibile per concludere se possibile prima della pausa estiva questa importantissima riforma”: così il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, in merito all’approvazione della riforma del processo penale in Consiglio dei Ministri, che poi ha rimarcato “l‘impegno a ritirare tutti gli emendamenti presentati dalla maggioranza. La riforma punta a garantire una giustizia celere e che nessun processo vada in fumo“.
Riforma giustizia, botta e risposta tra Salvini e Bonafede. “Smontata la riforma Bonafede”
“Sono soddisfatto di avere smontato la riforma Bonafede. Siccome Conte-Bonafede sono una coppia di fatto, capisco il loro nervosismo”: è l’affondo, dalle colonne de “La Stampa”, del leader della Lega, Matteo Salvini, dopo l’accordo raggiunto in Consiglio dei Ministri sulla riforma del processo penale. “Anche in questo caso la Lega è stata forza di garanzia e equilibrio. Oltre ai reati di mafia abbiamo aggiunto il tema della violenza sessuale e dello spaccio di droga come reati particolarmente gravi”, ha rivendicato il leader del Carroccio invitando poi il Premier a essere meno indulgente con i 5 Stelle.
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Anche per Alfonso Bonafede, ex Ministro pentastellato della Giustizia, “quello che abbiamo fatto oggi è stato blindare i processi di mafia, di terrorismo e di violenza sessuale, e di mettere in maggiore sicurezza tutti gli altri che rischiavano di andare in fumo”. Per Bonafede la “giustizia” deve essere certa ma “in questa maggioranza ci sono tante altre forze politiche che combattono contro questo principio e che vorrebbero riempire di tagliole l’intero percorso della giustizia”, la stoccata dell’ex Guardasigilli lanciata dalle colonne del quotidiano “La Repubblica”.