E’ un Vasco Rossi fortemente identitario quello che in un post Instagram rivela “cosa mi ha insegnato a combattere”. Ecco di cosa si tratta
E’ un Vasco Rossi che non ti aspetti, fortemente e decisamente identitario, quello che apre la nuova settimana dal proprio seguitissimo account Instagram. Quasi due milioni di follower.
Il Komandante, sul popolare social network, posta una mini clip, i famigerati clippini, nel quale compare in un video datato 1980 in compagnia di Gianni Morandi. Nel video Morandi, nell’inedita, per il tempo, versione di conduttore chiede ad un giovane e poco conosciuto Vasco Rossi da dove viene e lui risponde “Zocca”. Morandi divertito chiede di ripetere il nome della piccola città dell’appennino modenese, meno di 4000 abitanti a fine anni Settanta, giocando sulla famosa “zeppola” tipica del dialetto emiliano.
La clip si conclude con un gruppo di fans, di Zocca, del Blasco che inneggiano al proprio idolo. Ma è il commento a corredo del post che fa pensare e discutere. Rossi cita i versi di “Come nelle favole” un brano del 2016 che rimanda all’omonimo del 1974 quello che gli valse il primo posto al concorso “L’usignolo d’oro”. E scattano i ricordi.
Vasco Rossi e l’orgoglio di essere di Zocca
“La prima volta che cantai in pubblico a Modena – scrive Vasco Rossi nel post – avevo 12 anni e vinsi L’usignolo d’oro” e ricorda che un giornale locale definì il giovane rocker un bambino autodidatta che aveva imparato a cantare “portando le pecore al pascolo a Zocca”
Nel post l’autore di Siamo Solo Noi sottolinea di non aver mai dimenticato quel giudizio specificando che “questo è stato il clima che mi ha accompagnato e circondato per parecchio tempo”. E qui scatta l’identità e l’orgoglio delle radici “però mi ha anche insegnato a combattere”.
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“Essere di Zocca” conclude con chiarezza è “un orgoglio”. Un orgoglio sottolineato dal fatto che ancora oggi, a distanza di quasi 50 anni e nonostante da almeno 40 viva a Bologna, la residenza ufficiale del Blasco è sempre la stessa: Via Divisione Tridentina a pochi passi dal Santuario della Beata Vergine della Verrucchia. Sacro e profano uniti per smempre.