Luigi Tenco: l’esclusione a Sanremo si trasformò in una tragedia. Ma forse non fu l’eliminazione la causa della sua morte e, forse, non fu nemmeno un suicidio
Il Festival di Sanremo ha compiuto quest’anno 70 anni. La sua storia è la storia di un paese che nel corso dei decenni è mutato, non sempre in meglio, come sono mutate le canzoni che, partendo dal palco sanremese, hanno spesso accompagnato l’esistenza di intere generazioni. Nell’arco di questo lungo periodo c’è una data che spacca in due la storia della kermesse canora più famosa: 27 gennaio 1967 .
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Quella notte uno dei più grandi cantautori italiani fu trovato cadavere nella sua camera d’albergo, aveva soltanto 29 anni ed il suo nome era Luigi Tenco. Questa sera il programma preserale di Rai 1, Techetechete, è dedicato agli ultimi di Sanremo, a coloro che, nonostante la bocciatura al Festival, hanno intrapreso una grande carriera nel mondo della canzone.
Quella di Luigi Tenco al Festival di Sanremo fu una bocciatura che, secondo alcuni, pochi a dire il vero, spinsero il cantautore al gesto estremo, quello del suicidio. Quel biglietto trovato accanto al suo corpo che recitava, tra le altre cose, come quel gesto fosse un atto di protesta: “contro un pubblico che manda “Io tu e le rose” in finale”, invece che la sua “Ciao amore ciao”, non ha mai convinto i suoi amici, quelli che lo conoscevano bene.
Sono passati più di cinquant’anni ed ancora si chiede che le indagini sulla sua morte siano riaperte, perché quello di Luigi Tenco fu un omicidio. Il noto criminologo Pasquale Ragone ha di nuovo ripreso questa tesi partendo dal fatto che il bossolo recuperato dalla polizia nell’indagine sul presunto suicidio del cantautore è quello di una Beretta, un’arma diversa da quella posseduta da Luigi Tenco.
Per il criminologo Luigi Tenco era minacciato, per tale motivo aveva acquistato una pistola. Soltanto qualche mese fa un grande amico di Luigi Tenco, il musicista Lino Patruno , ha anche lui esposto la tesi che il cantautore piemontese sia stato ucciso. Nella sua intervista, Patruno racconta di come Tenco fosse un ragazzo solare ed allegro, fatto passare per triste ed angosciato soltanto per avvalorare la tesi del suicidio.
Inoltre il personaggio sottolinea come la stessa Dalida , con la quale il cantante ebbe una relazione sentimentale, a tutto il suo entourage, fosse un personaggio ambiguo e pericoloso, forse legato al Clan dei Marsigliesi. Sempre Patruno parla di scommesse clandestine direttamente legato al Festival, di come l’intera manifestazione fosse in realtà truccata e della volontà di Tenco di raccontare tutto. Un valido movente per un omicidio mascherato da suicidio.
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Tante storie, tanti racconti di amici di Luigi Tenco che ci rivelano un personaggio assai diverso da come è stato dipinto in oltre cinquant’anni. Quella eliminazione dal Festival probabilmente non fu la vera causa della sua morte, forse occorrerà cercare ancora, dopo 54 anni.
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