Da alcuni anni in molte grandi città la mobilità condivisa (sharing mobility) ha acquisito una buona fetta di utenti, molte sono state le aziende che hanno parcheggiato motorini elettrici, monopattini e auto. L’anno della pandemia ha fatto registrare un calo dell’utenza ma il 2021 segna una netta ripresa. In cinque anni una crescita del 200%.
I dati del dell’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility, promosso dal ministero della Transizione ecologica dimostrano come nel 2020 sia stato netto il calo della mobilità attraverso lo sharing. Come spiega l’osservatorio. nel mese di giugno del 2021 i dati sono ritornati ai livelli pre-pandemia.
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Il boom di questi cinque anni riguarda soprattutto i monopattini, scelta che molti prediligono in quanto elettrici, così come diversi motorini e di dimensioni ridotte, di facile utilizzo per la mobilità urbana. Scelte ecologiche a sostegno di una mobilità sostenibile che riguarda un parco veicoli per il 90% costituito da bici, monopattini e motorini. Da questo punto di vista è stato netto il calo dei servizi di car sharing, soprattutto dopo l’avvento di molte restrizioni nelle grandi città. Le bici offrono ad esempio un’ottima alternativa, e il 30% di queste sono elettriche, con un aumento delle iscrizioni del 30%. A quanto pare a perdere meno noleggi sono i servizi di noleggio degli scooter, che anzi conquistano il 54% degli iscritti in più.
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La considerazione da fare è però incentrata sul fatto che non tutte la città presentano servizi di sharing, al momento, seppur la crescita è stata esponenziale, e tranne in pochi casi dove si trovano solo servizi relativi ai monopattini, soprattutto in diverse città del sud. Non mancano le lamentele per l’eccessiva presenza di monopattini elettrici, parcheggiati anche sui marciapiedi: la polemica ha riguardato in particolar modo le città di Roma e Milano, dove coesistono più aziende di sharing.