L’impegno preso dall’Italia nei confronti dell’Unione europea prevedeva una riorganizzazione dal punto di vista legislativo della giustizia, una riforma, quella promossa dalla ministra della giustizia Cartabia, che scotta su diversi fronti. Il M5s puntano sulla modifica del testo, mentre il Procuratore Nicola Gratteri boccia la riforma.
La riforma della giustizia è, ormai da mesi una promessa da mantenere nei confronti dell’Unione europea che l’esecutivo cercherà di approvare. Un punto che, con la volontà di portare avanti un nuovo disegno per la giustizia, ha garantito all’Italia i fondi del programma Next generation EU. Rimane però forte lo scontro all’interno della maggioranza, il Movimento 5 stelle spinge infatti per una modifica del testo e, come man forte il giudizio del procuratore di Catanzaro Gratteri, va in quella stessa direzione, almeno nella critica alla riforma che, secondo il magistrato provocherà “meno sicurezza nel Paese”. A spiegarlo è stato lo stesso procuratore in una videoconferenza presso la Camera. Il nodo centrale, ha spiegato Gratteri, è il rischio che la riforma possa provocare un ingolfamento della macchina della giustizia, causata da “un aumento smisurato delle impugnazioni in Appello e Cassazione”, per cui, ha spiegato il magistrato, c’è il rischio che il 50% dei processi si blocchino per improcedibilità.
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Della stessa linea di pensiero del Procuratore Gratteri è il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho. Entrambi i procuratori temono che processi importanti come quelli alla ‘ndrangheta, come Rinascita Scott, possano essere distrutti e frantumanti dalla riforma – tanto da spingere lo stesso Gratteri ad affermare che preferirebbe la prescrizione del reato pre-riforma Bonafede. I processi antimafia, spiega, sbirberebbero gravi handicap, ma non solo, anche quelli alla pubblica amministrazione.
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Ferma però la reazione della ministra Cartabia che non cede il passo e dichiara, durante una partecipazione ad un convegno presso il Palazzo di Giustizia di Napoli, come spiega il Corriere della Sera che, la riforma deve essere portata avanti e che così si rischia di farsi intrappolare “dai punti di vista” – affermando che le forze politiche hanno idee diametralmente opposte ma lo status quo deve essere in qualche modo sollevato. In molti però leggono la riforma come un lasciapassare per i fondi europei che, altrimenti, come ha più volte ribadito la ministra, andrebbero persi. Forse i tempi ristretti hanno sottoposto l’esecutivo ad un pressing importante, e molti giuristi si chiedono se la riforma possa essere veramente il frutto di scelte ben ponderate.
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