Morto a 86 anni il fumettista danese Kurt Westergaard: era sua la caricatura del profeta Maometto divenuta celebre.
Si è spento a 86 anni Kurt Westergaard, che è stato il creatore della controversa rappresentazione del profeta Maometto per il quotidiano conservatore Jyllands-Posten nel 2005. Come si poteva anche immaginare, la sua vignetta ha incontrato forti reazioni da parte dei musulmani di tutto il mondo che hanno condannato l’atto, compresi coloro che risiedono nei paesi occidentali.
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A causa di ciò, Westergaard ha ricevuto numerose minacce di morte ed è stato bersaglio di tentativi di omicidio. Gli è stata poi fornita la protezione della polizia. Dunque, da diverso tempo il vignettista viveva sotto scorta. Nelle scorse ore, la sua famiglia ha detto al quotidiano danese Berlingske che Kurt Westergaard è morto nel sonno dopo un lungo periodo di cattiva salute.
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Nell’Islam, la rappresentazione del profeta Maometto è considerata tabù e persino offensiva da molti. La vignetta di Westergaard, che mostrava il profeta forma di una bomba a turbante, era una delle 12 pubblicate dal giornale per fare un punto sull’autocensura e la critica all’Islam. Quella vignetta fu giustamente motivo di scandalo e anche i Paesi occidentali sostennero quanto fosse eccessiva. L’illustrazione è passata inosservata per alcune settimane, a Copenaghen si è tenuta una manifestazione contro la pubblicazione e poi gli ambasciatori dei paesi musulmani in Danimarca hanno presentato una protesta.
La protesta legata alle vignette ebbe anche dei risvolti molto violenti e purtroppo come sappiamo è culminata in un massacro in Francia del 2015 che ha causato la morte di 12 persone nella sede parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo, che aveva ristampato le vignette nel 2012. Negli ultimi anni della sua vita, Westergaard ha dovuto vivere sotto la protezione della polizia a un indirizzo segreto. All’inizio del 2010, la polizia danese ha catturato un somalo di 28 anni armato di coltello e ascia nella casa di Westergaard, dove aveva intenzione di ucciderlo. Il fumettista in un’intervista sostenne di non avere rimpianti per quella vignetta.
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