Ecco cosa fa oggi Omar Daffe il portiere dell’Agazzanese che viene sospeso per aver abbandonato la partita dopo aver ricevuto insulti razzisti dalla tribuna.
Omar Daffe è diventato uno dei simboli della lotta al razzismo quando lo scorso 24 novembre il portierone senegalese della squadra Agazzanese, quadra calcistica dell’eccellenza in Emilia-Romagna, abbandonò il campo durante la partita contro la Bagnolese dopo aver ricevuto degli insulti razzisti da alcuni spettatori.
“La cosa che mi fece più male quel giorno fu l’indifferenza della gente. Mentre quell’uomo mi insultava aggrappato alla ringhiera, nessuno provò a fermarlo, nessuno disse niente”, afferma Omar dispiaciuto.
Però il giocatore venne punito per aver abbandonato il campo, infatti fu squalificato dal giudice sportivo per una giornata. Per la sua squadra invece la pena fu la sconfitta a tavolino e penalizzazione di un punto in classifica: “E’ stata la sconfitta più piacevole della mia vita”, afferma il calciatore.
La carriera di Omar Daffe nel nostro Paese arriva precisamente vent’anni fa, era il 2001 e giocava nella Primavera del Bordeaux, ma non gli bastava, e quell’anno decise di partire perchè il suo sogno era di giocare in Italia.
La prima squadra in cui si ritrova a giocare è stata una della città di Napoli, poi decide di trasferirsi a Parma dove grazie all’incontro con il direttore del settore giovanile Guareschi entra nel Suzzara, in Eccellenza lombarda. In quella stagione però si fa segnare 12 gol. Quando riesce a spostarsi nella squadra del Modena e avere un contratto triennale, questo viene invalidato a causa dell’approvazione della legge sull’immigrazione Bossi-Fini. Così Omar si rassegna alla carriera calcistica.
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Fortunatamente dopo qualche mese i suoi colleghi riescono a convincerlo e il ragazzo riprende a giocare a calcio dalla Promozione, per la squadra della provincia di Parma per poi passare alla Pro-Piacenza dove ha avuto l’opportunità di giocare in Serie D.
Attualmente Omar lavora come responsabile dello staff dell’Ufficio Antirazzismo della Lega Nazionale Professionisti di Serie A e chiede ai suoi colleghi di non rimanere indifferenti all’odio razziale, che spesso non si concentra solo sul colore della pelle, ma “anche gli insulti territoriali sono da condannare“, afferma Omar Daffe. In questo ruolo il calciatore si occuperà di contribuire a creare e sviluppare campagne di sensibilizzazione che coinvolgeranno i giocatori del massimo campionato italiano.
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