Cuba, dure proteste e scontri nell’isola per oltre 60 anni guidata dai Castro. Cubani stremati da crisi economica e Covid
Cuba scende in piazza. Cuba scende in piazza per protestare contro una situazione economica e sociale divenuta ormai insostenibile. Lo fa indicando chiaramente quello che, secondo i cubani, è il responsabile di tutto ciò, il presidente della repubblica Miguel Díaz-Canel. E’ dagli anni novanta che non si vedeva una protesta di popolo così importante, con un numero così alto di adesioni spontanee.
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A Cuba la situazione è drammatica. Alla crisi economica, sempre più grave, dove incide pesantemente l’embargo americano, si è aggiunta la crisi sanitaria dovuta alla pandemia di Covid- 19. Il tam tam della protesta è partito lentamente, poi è diventato sempre più forte grazie ai social che hanno avuto un effetto dirompente riguardo le adesioni. Questa è una novità per Cuba, dove le manifestazioni erano sempre organizzate dal Partito Comunista che è al potere.
I cortei di protesta non hanno riguardato soltanto l’Avana, ma anche numerose altre città dell’isola, dando ancor più rilevanza alla protesta stessa. In più zone vi sono stati scontri tra manifestanti e polizia, che si sono conclusi con centinaia di arresti e qualche poliziotto ferito. Varie agenzie di stampa hanno riportato immagini e slogan dei partecipanti alle varie manifestazioni.
“Libertà”, “Abbasso la dittatura” e “Abbasso Díaz-Canel” erano tra gli slogan più ossessivamente ripetuti dalla folla. Ma la folla chiedeva, soprattutto, medicine e i vaccini per combattere l’epidemia di Covid, nonché “la fine della fame”. La situazione rischia seriamente di degenerare. Il presidente Miguel Díaz-Canel ha invitato i cubani a combattere: “L’ordine di combattere è già stato dato. Rivoluzionari del Paese, tutti i comunisti, scendete per strada nei prossimi giorni in risposta alle provocazioni”.
La situazione rischia di rendere ancor più tesi i rapporti tra Cuba e gli Stati Uniti. La vice segretaria di Stato Usa per le Americhe, Julie Chung, ha definito assai preoccupanti le dichiarazioni del presidente cubano che invita i suoi concittadini a combattere. I cubani hanno il diritto di manifestare pacificamente, sottolineano ancora da Washington. Immediata la risposta del presidente Miguel Díaz-Canel: “Se volete che il popolo vada meglio, prima rimuovete l’embargo”.
Mancanza di cibo, medicinali, blackout a cadenza quotidiana, stanno sfiancando la popolazione. Alcune frange dell’opposizione, sempre via social, hanno richiesto l’invio a Cuba di aiuti umanitari. Immediata la risposta governativa che ha respinto questa ipotesi, dichiarando che si tratta soltanto di speculazioni politiche per far intendere che a Cuba si stia attraversando un periodo di crisi, cosa non vera, sempre secondo chi a Cuba detiene il potere.
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Da aprile 2020, dopo 60 anni, non vi è più un Castro al potere. dopo la morte di Fidel, la guida del paese era passata nella mani di suo fratello Raul. Con il presidente della Repubblica Miguel Díaz-Canel, le condizioni complessive di Cuba sono lentamente ed inesorabilmente peggiorate.
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