Stanati 28 “furbetti del cartellino” al Comune di Palermo: tra di essi un indagato per mafia e il padre di “Angela da Mondello”, nota per il tormentone “Non ce n’è Coviddi”
In barba a quanti, per effetto delle misure di contenimento del contagio da Covid, affollano le mense dei poveri gestite dalla Caritas dal momento che, avendo perso il lavoro, non hanno di che sfamarsi e a quanti, pur industriandosi in ogni modo per cercarla, non riescono a trovare un’occupazione, 28 dipendenti del Comune di Palermo risultavano presenti al lavoro ma in realtà facevano la spesa o si dedicavano allo jogging: uno vero e proprio schiaffo ai tantissimi disoccupati del nostro Paese!
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE –> Fabriano, volo-choc sui binari: muore una studentessa di 15 anni
Ad accertarlo un’inchiesta della Guardia di Finanza sui “furbetti del cartellino” al Comune di Palermo e in alcune partecipate. 28 le misure cautelari notificate a carico di altrettanti soggetti (8 arresti domiciliari, 14 obblighi di dimora e 6 di presentazione alla polizia giudiziaria).
Palermo, 28 misure cautelari per i “furbetti del cartellino”. Tra di loro anche un soggetto indagato per mafia e il padre di “Angela da Mondello”
I 28 destinatari delle misure cautelari sono dipendenti del Comune di Palermo (11), del Co.I.M.E. (tre) e della Re. Se .T. (14), in servizio presso i Cantieri Culturali della Zisa, e devono rispondere dei reati di truffa ai danni di un ente pubblico e falsa attestazione della presenza in servizio. Tra i coinvolti figurano Tommaso Lo Presti, accusato di associazione mafiosa e detentore del record di assenteismo, in 3 mesi non un solo giorno al lavoro, e Isidoro Chianello (per lui l’obbligo di dimora), 60 anni, padre di Angela, diventata famosa come “Angela da Mondello” per il tormentone “non ce n’è Coviddi”.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE –> Lago di Garda, in un video l’incidente in cui sono morti Greta e Umberto
“L’aspetto più allarmante è il diffuso senso di impunità che ha permeato un significativo numero di pubblici dipendenti che si sono sentiti liberi di violare sistematicamente le regole del rapporto di impiego. Comportamenti questi che determinano un danno economico e di immagine per la pubblica amministrazione e che incidono negativamente sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini”, ha spiegato Gianluca Angelini, Comandante del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo che ha condotto le indagini. Accertati, infatti, reiterati episodi di assenteismo perpetrati dai dipendenti infedeli così come molto frequenti erano anche i casi di timbrature multiple da parte di un singolo soggetto per conto di diversi colleghi che in realtà non erano in servizio. “Esprimo un forte apprezzamento al Comando Provinciale della Guardia di Finanza per l’operazione “Timbro libera tutti” che mette in luce uno spaccato di una realtà che grava sul corretto funzionamento dei servizi alla città. Per questo l’amministrazione comunale si costituirà parte civile”, ha commentato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Ferma condanna anche da parte delle principali sigle sindacali di categoria.