Svolta sul caso dell’uccisione del presidente haitiano Jovenel Moïse: rintracciati i presunti assassini. Nell’operazione di cattura la polizia di Haiti ha ucciso altri quattro “mercenari” facenti parte del commando.
Ieri nel Paese era stato emanato lo stato di assedio, oggi i media riportano invece l’arresto dei presunti assassini del presidente haitiano Jovenel Moïse. Con lui è stato ferita la moglie, inizialmente creduta morta – fino alla smentita delle autorità sanitarie haitiane che hanno spiegato che la moglie, Martine, si trova in questo momento fuori pericolo presso un ospedale di Miami, dopo esser stata ferita gravemente. Secondo la ricostruzione della polizia e come testimoni un video, il commando armato, dopo aver fatto irruzione all’interno della casa del presidente haitiano, hanno sparato dei colpi, uccidendo Moïse.
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La polizia, a distanza di 24 ore ha rintracciato e arrestato alcuni membri del commando – gli quattro sono invece morti, raggiunti dagli spari della polizia. Altri otto sembrano essersi dati alla fuga – il governo ha parlato della partecipazione all’omicidio di cittadini colombiani. Le stesse autorità hanno però dichiarato di non aver ancora compreso le cause che hanno spinto il commando ad uccidere il presidente haitiano. Già il primo ministro Claude Joseph, aveva parlato di soggetti che parlavano la lingua spagnola e quella inglese. Forse, spiegano le autorità governative, professionisti mercenari travestiti da agenti antidroga americani.
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Il mantenimento della carica come presidente di Haiti per decreto, aveva provocato forti tensioni all’interno del Paese, che sta attraversando una crisi economica importante. L’opposizione aveva chiesto, ripetutamente, contestando a Jovenel Moïse l’illegittimità della carica, le dimissioni, affinché si ritornasse alle urne. Lo stesso presidente era stato accusato di repressione, dopo che in molti avevano manifestato nelle piazze della capitale.