Il dramma di Gabriele morto a 12 anni mentre gioca al parco. Schiacciato dalla porta del campo di calcetto
Giocare a calcetto con gli amici, divertirsi, ridere e magari arrabbiarsi peer una rete sbagliata. Poi di nuovo a correre e a saltare, aggrapparsi alla traversa della porta e…Probabilmente è morto così Gabriele Conigliaro, di soli 12 anni, aggrappandosi alla traversa della porta e vedersela cadere addosso. Quella porta, caduta pesantemente sul corpo del bambino, non avrebbe dato scampo a Gabriele, colpendolo alla testa e schiacciandogli il torace. Una volta giunti i soccorsi, non hanno potuto far altro che riscontrare il decesso del bambino. Troppo gravi le conseguenze dell’impatto, soprattutto quelle relative alla testa.
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La tragedia è avvenuta alle 18.00 di ieri, quando Gabriele ed i suoi compagni si trovavano nel parco giochi di contrada Sofia a Carini. A quell’ora il parco è chiuso non essendoci più il guardiano, ma i bambini hanno avuto facile accesso al campo passando attraverso una parte di recinsione divelta. Si è iniziato a giocare come al solito fino al momento della disgrazia.
Ora occorrerà comprendere se vi siano responsabilità e di chi. Scoprire come mai la porta non fosse saldamente fissata in terra e chi doveva, eventualmente, preoccuparsi di verificare se vi fossero tutte le condizioni necessarie per permettere ai bambini di giocare in totale sicurezza. Quando non vi è la presenza del guardiano, il parco giochi viene monitorato attraverso il sistema di videosorveglianza comunale collegato direttamente con la centrale operativa della Polizia municipale.
Le immagini del sistema di videosorveglianza potrebbero dare ulteriori informazioni riguardanti le precise modalità dell’incidente. La famiglia del bambino è ovviamente sconvolta. Il fratello maggiore di Gabriele, informato della disgrazia, si è precipitato al parco ed ha girato un video che ha poi pubblicato su Facebook. In quel video e nelle sue parole tutto il dolore e la rabbia di una tragedia che forse poteva essere evitata.
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Dolore, sconforto e rabbia anche nelle parole del sindaco di Carini: “Il dolore per quanto successo è molto profondo“, dichiara il sindaco di Carini, Giovi Monteleone, “per la disgrazia e la perdita di una giovane vita, ma anche perché il Parco di Sofia l’abbiamo fortemente voluto creare come simbolo di riscatto di un’intera città”. Il parco sorge infatti su un’area dove prima vi era una discarica. Un parco come momento di gioco e di riscatto dei bambini che vivono in quella zona periferica. Un terribile, doppio, inaccettabile dolore.
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