Mauro Pamiro, è stato pubblicato un filmato inedito a Chi l’ha visto sul caso del ragazzo, si tenta di capire se si tratta di omicidio o suicidio.
Il professore deceduto a Crema sta facendo discutere gli investigatori, l’avvocato Tizzoni con il legale Antonino Andronico assistono il professore trovato senza vita il 29 Giugno 2020 in un cantiere.
Durante la trasmissione Chi l’ha visto si è parlato del caso e di un filmato che ritrae gli attimi della notte dove il professore scomparve. Due telecamere hanno ripreso il tratto di Via Camporelle inquadrando l’uomo alle 2.02 di notte, mentre si avvia verso il cantiere dove verrà trovato senza vita.
Circa 20 minuti più tardi, alle 2.25 le telecamere riprendono un uomo e una donna che passeggiano per la stessa via, i due si fermeranno a pochi metri dal cantiere per poi gesticolare e indicare il luogo dove si troverà il corpo senza vita del professore.
Un auto illumina la strada con le luci, la coppia si allontana imboccando la strada che va verso il cantiere, i due non torneranno per la strada dove sono venuti. Tutti si chiedono chi siano quelle due persone riprese in via Camporelle durante la notte.
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Mauro Pamiro, i condomini hanno sentito sua moglie uscire di casa allo stesso orario
Il 21 Luglio si deciderà se archiviare il caso come suicidio, oppure continuare con le indagini cercando di capire cosa sia realmente accaduto al professore durante quella notte.
La famiglia del professore ha dichiarato più volte che la sua morte non è stata provocata da una presunta caduta dal tetto della casa in costruzione. Sua moglie Debora Stella è indagata per omicidio, la procura di Cremone ha chiesto l’archiviazione del caso come suicidio.
Secondo un perito tecnico forense la postura del cadavere non è compatibile con la traiettoria della caduta, se fosse stato così il corpo del professore avrebbe dovuto avere un asse verticale, cadendo in piedi.
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Non risultano fratture alle gambe, il suo corpo era supino con le gambe sovrapposte, mentre il braccio sinistro era teso sul torace. Questa posizione non riesce a spiegare le lesioni subite dal professore, tutte sono localizzate nella parte anteriore del corpo, tra cui c’è anche una lesione sulla fronte.
Mentre sul lato posteriore del corpo non ci sono lesioni riconducibili all’urto con il suolo, nonostante questo le tegole del tetto erano tutte in ordine. Questo ha fatto escludere l’ipotesi di una rincorsa per accentuare la caduta al suolo, i piedi dell’uomo erano scalzi.
Il perito forense ha dichiarato nel suo dossier che dalla sua analisi risulta chiaro che la morte dell’uomo si è verificata altrove, e non nel cantiere preso in esame dai magistrati.